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Un decreto ogni otto giorni. Così il governo cancella il Parlamento

Durante il governo Meloni, in particolare tra il 21 ottobre 2022 e il 30 settembre 2023, sono stati presentati alla Camera ben quarantuno decreti legge. In media, quindi, un decreto ogni otto giorni. Nel dicembre 2022, tra il 2 e il 29, sono stati presentati cinque decreti: in media, quindi, uno ogni cinque giorni. Lo stesso nel mese di marzo 2023. Nel settembre 2023 il governo ha presentato sei decreti.

Sono i numeri contenuti nel 'dossier' elaborato da Piu' Europa, che con il segretario Riccardo Magi e il deputato Benedetto Della Vedova ha rivolto un appello alle altre forze di opposizione per recarsi tutti insieme il prossimo 22 ottobre, a un anno dall'insediamento del governo, dal capo dello Stato Sergio Mattarella per tentare di "porre fine alla deriva della decretazione d'urgenza e del ricorso al voto di fiducia".

"Di questi quarantuno decreti, quattro sono decaduti per mancata conversione da parte della prima Camera, e gli ultimi otto sono attualmente in corso di conversione. Considerando, quindi, i trentuno decreti gia' convertiti o trasmessi alla seconda Camera, la questione di fiducia risulta essere stata apposta in quasi i due terzi dei casi, ovvero 19 volte, in almeno una delle due Camere. In cinque casi, per i decreti 176/2021, 11/2023, 34/2023, 104/23 rispettivamente in materia di sostegno nel settore energetico, cessione dei crediti, sostegno per l'acquisto di energia elettrica e gas e infine il cosi' detto decreto Asset, nonche' il decreto Omnibus in conversione il primo alla Camera e il secondo al Senato in queste ore, la fiducia e' stata apposta in entrambe le Camere".

 

Quanto ai tempi, "in ben ventinove casi su trentuno decreti finora trasmessi da una Camera all'altra, la prima Camera ha trasmesso l'atto all'altra oltre il trentesimo giorno dal suo deferimento disposto dal governo. Considerando questi casi, in media la prima Camera ha concluso l'esame dell'atto impiegando piu' di quarantaquattro giorni, riservando, quindi, alla seconda Camera soltanto sedici giorni. A questi casi si aggiungono sei decreti in corso di conversione, presentati rispettivamente dal governo nel corso di settembre, il cui esame nella prima Camera non e' ancora terminato, eppure nel caso del primo di questi decreti, il 118/2023, ha gia' sforato i 30 giorni. In diverse occasioni la seconda Camera si e' trovata a dover esaminare e approvare un decreto in poche ore, a pena di decadenza dello stesso per sforamento dei sessanta giorni previsti dall'articolo 77 della Costituzione.

E' il caso, ad esempio, del dl relativo all'attuazione del Pnrr. La Camera lo ha discusso ed approvato in Commissione in un solo giorno, e poi in Aula nei successivi due giorni, riservando, quindi, un totale di tre giorni alla discussione e alla votazione di un decreto di tale rilevanza, composto da ben 75 articoli e 347 commi.

In nessuno di questi casi la seconda Camera ha apportato modifiche all'atto.

 

"Crediamo che questo comporti una vera e propria cancellazione del ruolo e delle prerogative parlamentari. Viene da ridere, ma ci dovrebbe disperare, quando si parla di riforme istituzionali che intendono rafforzare i ruoli dell'esecutivo, di fronte a questa situazione. Per noi è inaccettabile che si parli di riforme che toccano la forma di governo se non si parte da questo punto: la cancellazione del Parlamento, ovvero dalla cancellazione del luogo dove risiede la volontà popolare", ha commentato Riccardo Magi.

"Se per altri governo tecnici o non eletti e con maggioranze spurie si trattava di una navigazione politicamente complicata, cosa sempre denunciata da Meloni quando era all'opposizione, noi oggi - e Meloni lo rivendica con energia che sfiora la protervia - abbiamo una maggioranza con numeri inscalfibili e super blindati alla Camera, quindi siamo nella assoluta ordinarieta' del processo parlamentare e non c'e' nessuna ragione che giustifichi un ricorso massiccio al voto di fiducia. L'allarme e' che se lo fa questo governo nell'anno della luna di miele con gli elettori, e' evidente che non si mettera' piu' un freno a questa deriva", ha sottolineato Benedetto Della Vedova.

 

RIVEDI LA CONFERENZA STAMPA ALLA CAMERA

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  • Luigi Quercetti
    published this page in News 2023-10-05 11:35:23 +0200