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Serve un servizio civile sanitario per i tamponi, non gli assistenti civici

di Giordano Masini

Non ci sembra una buona idea quella del ministro Boccia e del Presidente dell’ANCI Decaro di ingaggiare 60.000 ‘assistenti civici’ per vigilare sulla corretta applicazione delle raccomandazioni e delle regole di distanziamento sociale.

Non ci sembra una buona idea perché già negli scorsi mesi abbiamo visto sindaci e amministratori locali aggredire verbalmente i cittadini dalle loro pagine social, un atteggiamento che andrebbe contrastato e non assecondato fornendo loro uno strumento come questo piccolo esercito di volontari, magari solerti ma senz’altro impreparati. Non ci sembra una buona idea anche perché denuncia la mancanza di vere strategie per contrastare efficacemente il virus. Ci vorrebbero medici, infermieri, assistenti sociali, insegnanti, persone preparate per fare test e tracciare i positivi e i loro contatti: perché non diamo vita a un ‘servizio civile sanitario’ per il contact tracing? Quanti giovani studenti di medicina sarebbero disposti a dare il loro contributo in una modalità utile e costruttiva, e non solo repressiva? Ci vorrebbero risorse, e ce ne sarebbero in abbondanza se solo il governo si decidesse ad approfittare della straordinaria opportunità del MES, 36 miliardi subito e senza condizioni tranne quella di impiegarli per le cose che servono davvero, come la sanità e la scuola che deve ripartire a settembre in sicurezza. Il governo ritiri questa proposta dal vago sapore orwelliano e si concentri sulle cose che servono davvero.

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