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Sciopero Taxi: basta con la logica di non toccare nulla

Intervista di Benedetto Della Vedova a Il Tempo

“Protestare è legittimo, mica siamo il Sud America! Però certe scene, come quelle viste di fronte a Palazzo Chigi, suonano come una sorta di intimidazione a non andare avanti. Ecco che, allora, di fronte a queste circostanze la politica deve tenere il punto”. Al telefono con il Tempo il segretario di + Europa Benedetto Della Vedova analizza la mobilitazione dei tassisti contro il ddl concorrenza. “Io prendo spesso i taxi, non ce l’ho con i tassisti, e non vedo intenti punitivi in questo provvedimento”, specifica.

Però i diretti interessati prevedono che la liberalizzazione, l’ingresso degli Ncc e l’utilizzo delle app porterà ad un livellamento verso il basso del loro lavoro.
E’ illusorio pensare di tenere fuori l’innovazione tecnologica, va governata. Non possiamo pensare di fossilizzarci agli anni ’80. Ampliare l’offerta dei servizi non significa dover dividere la stessa torta, ma significa allargare il settore della mobilità con autista. Cosa di cui oggi c’è un gran bisogno, lo vediamo nella vita di tutti i giorni. In certe occasioni, pensiamo a quando qui a Roma ci sono le partite o i grandi eventi, prendere un taxi diventa difficile, poi c’è il discorso dei costi. E allora ecco che ampliare l’offerta diventa indispensabile se vogliamo raggiungere un modello di mobilità in cui l’utente ricorre il meno possibile al proprio automezzo. Se ci sono degli imprenditori, magari anche giovani, che vogliono mettersi in gioco, investire nel settore, perché non dovremmo farglielo fare? Per questo occorre fare entrare tecnologie e nuovi operatori, fare crescere il mercato a vantaggio di tutti. Non si può perdere altro tempo, anche per una ragione di opportunità.

Cosa intende dire?
Perché oggi si protesta, ma domani ci lamenteremo che le piattaforme saranno solo americane, francesi o tedesche, e l’Italia sarà rimasta indietro. E’ bene che cominciamo subito a pensare in grande. Nel nostro Paese spesso sentiamo ripetere il dogma del “piccolo è bello”, ma poi quando i consumatori si rivolgono a qualche realtà maggiore, e dunque più competitiva, poi sono dolori. E lacrime di coccodrillo.

In linea di principio il discorso è logico. Ma all’atto pratico, come si fa a mettere a sistema questo sistema di mobilità, taxi, Ncc, app?
Come in tutte le cose ci si confronta e si fanno degli aggiustamenti. Nessuno vuol togliere il lavoro a chi ha fatto un investimento sulla licenza. Nessuno vuole impoverirlo o creare danni ingiusti. Ci sono mille modi per affrontare con efficacia questo tema.

Come?
Possiamo pensare a dei meccanismi di compensazione nel momento in cui la licenza dovesse perdere di valore. Si può discutere, si può trovare una strada, ma dire ‘siccome di sono io allora blocco tutto il resto’ è un approccio sbagliato”.

Per abbassare la tensione e rafforzare il confronto, un punto di caduta non potrebbe essere stralciare la norma sui taxi dal Ddl concorrenza?
Io mi auguro non ci sia nessuno stralcio. Il Ddl concorrenza è stato approvato svariati mesi fa dal Consiglio dei Ministri, dunque il contenuto era noto da tempo. Non può continuare questa logica tale per cui non si può toccare niente. Se non riusciamo neanche a fare una riforma ‘moderata’ in un settore come quello dei taxi, poi non lamentiamoci se l’economia italiana perde di produttività e di competitività”.

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  • Pasquale Di Pace
    published this page in News 2022-07-06 11:05:28 +0200