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Referendum: bisogna modificare la soglia o vincerà sempre il non voto

Intervista di Riccardo Magi a La Repubblica

Occorre modificare il quorum, sennò i referendum continueranno a fallire, perché vincerà sempre il partito del non voto». Riccardo Magi, una lunga militanza radicale, parlamentare di +Europa, ha sostenuto il Sì ai referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dai Radicali di Maurizio Turco.


Magi, flop dei referendum, ne valeva la pena farli?
«Dal 1995 a oggi, quindi negli ultimi trent’anni, nessun referendum ha raggiunto il quorum, eccetto nel 2011 quelli trainati dai quesiti su nucleare e acqua. La scarsa affluenza a un referendum è sempre un problema per la democrazia. Sarebbe opportuno che ci fosse un intervento, a cominciare dalla questione del quorum. Il 50% degli elettori, ovvero la maggioranza, è una soglia che con difficoltà si raggiunge persino per le politiche e per le amministrative. Il quorum va modificato, evitando che nei referendum abrogativi il No si trasformi nel partito del non voto, portando facilmente al fallimento di ogni referendum».


Quali soluzioni propone?
«Una soluzione potrebbe essere quella di legare la validità del referendum al 25% dei favorevoli, cioè dei Sì all’abrogazione: in questo modo anche chi è per il No, sarebbe incentivato a recarsi a votare. Poi c’è il ruolo della Consulta. La Corte costituzionale ha impedito di votare tre referendum: su cannabis, eutanasia (i soli convocati grazie alla raccolta di firme dei cittadini) e responsabilità diretta dei magistrati. Se ammessi, sarebbe stata tutt’altra cosa, trattandosi di argomenti molto sentiti. Allora sì che il quorum sarebbe stato raggiunto. Qui c’è l’altro punto: vanno ridefiniti i poteri della Corte costituzionale nel giudizio di ammissibilità, perché sono ormai andati oltre la lettera della Carta».


Il referendum è fallito perché i quesiti erano troppo tecnici? O perché proposto dalla destra di Salvini?
«Entrambe le cose hanno avuto un peso. Alcuni quesiti riguardano aspetti regolamentari di non facile spiegazione. E il ruolo della Lega ha contato: Salvini in una prima fase li ha cavalcati politicamente, poi li ha abbandonati. Come sempre, pesa la mancanza di informazione da parte della Rai: le tribune erano collocate in fasce orarie impossibili».


Ora sulla riforma della giustizia si accelera?
«La riforma Cartabia è frutto di un compromesso: è anche il minimo che si possa chiedere, i referendum andavano oltre. Spero ci sia lealtà nel sostenere quella riforma da parte della maggioranza».

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  • Pasquale Di Pace
    published this page in News 2022-06-13 11:06:29 +0200