“Non è possibile votare per un referendum per cui non è possibile svolgere iniziative politiche, di informazione e discussione. Il rinvio del referendum a questo punto appare non opportuno, ma addirittura doveroso, visto che in molte regioni italiane l’emergenza sanitaria e le misure restrittive di tutte le forme di attività pubblica appaiono destinate a proseguire e hanno già comunque pregiudicato un terzo dell’intera campagna elettorale”. E’ quanto si legge nella lettera che la leader di Più Europa Emma Bonino e il segretario Benedetto Della Vedova, hanno appena inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, chiedendo un incontro “urgente” al premier e alla titolare del Viminale.
Di seguito il testo della lettera
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Giuseppe Conte
Al Ministro dell’Interno
Dott.ssa Luciana Lamorgese
Egregio signor Presidente del Consiglio,
Egregio signor Ministro dell’Interno,
da alcuni giorni è iniziata formalmente la campagna elettorale per il referendum confermativo della riforma costituzionale sul cosiddetto “taglio dei parlamentari”, ma, come ben sappiamo, in una parte del territorio nazionale non esistono le condizioni minime, né formali, né sostanziali, per lo svolgimento di alcuna iniziativa politica.
Per altro verso, accanto alla purtroppo consueta negligenza con cui i media trattano i referendum, l’informazione italiana scritta e radiotelevisiva è oggi assorbita comprensibilmente dall’emergenza Coronavirus.
Pare a noi evidente che non sia possibile votare per un referendum per cui non è possibile svolgere iniziative politiche, di informazione e discussione.
Il rinvio del referendum a questo punto non appare opportuno, ma doveroso, visto che in molte regioni italiane l’emergenza sanitaria e le misure restrittive di tutte le forme di attività pubblica appaiono destinate a proseguire e hanno già comunque pregiudicato un terzo dell’intera campagna elettorale. E se la speranza è che questo stato di cose duri il minimo possibile, la prudenza ci spinge a pensare che un ritorno alla ordinarietà non potrà purtroppo essere immediato.
Non trattandosi peraltro di un voto per il rinnovo, a scadenza fissa, di un organo costituzionale – come il Parlamento o i Consigli regionali – ma per l’approvazione di una riforma costituzionale, l’interesse prevalente da tutelare in questo caso è la possibilità di tutti i cittadini di votare per una modifica della Carta fondamentale, potendo pienamente godere dei diritti di iniziativa e di informazione che oggi l’emergenza sanitaria rende non esercitabili in una parte importante del territorio nazionale. Peraltro, il referendum è stato fissato in una data tra le più anticipate a disposizione delle autorità.
Per queste ragioni vi chiediamo un incontro urgente, dando piena disponibilità quanto alla data e all’orario, e facciamo appello alla vostra sensibilità istituzionale perché venga pienamente ripristinato un diritto – quello al voto libero e informato, dopo una campagna elettorale libera e “partecipabile” – che, per il referendum fissato il prossimo 29 marzo, non potrebbe ormai materialmente essere esercitato.
Emma Bonino
Benedetto Della Vedova