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Per un diritto penale liberale. Il mio sostegno al “Manifesto” dei penalisti italiani

Questa è la lettera inviata da Emma Bonino all’avvocato Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, in occasione dell’evento di oggi a Milano, in cui l’organizzazione dei penalisti italiani presenta il “Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo”:

 

Caro Giandomenico,

per tuo tramite, voglio comunicare a tutti i tuoi colleghi penalisti e all’Unione delle Camere Penali Italiane il mio impegno a promuovere in sede istituzionale, insieme agli altri parlamentari di +Europa, i principi e le richieste del vostro Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo.

Come sapete meglio di me, decenni di cultura panpenalistica, sparsa a pieni mani come una sorta di miracoloso diserbante del malaffare e della criminalità, hanno letteralmente avvelenato il terreno della politica e dell’informazione.

Lo stesso populismo politico, che oggi ha preso le redini del Paese, può considerarsi un prodotto del populismo penale, che, come avete ben scritto nelle premesse del vostro Manifesto, non attenta semplicemente al sistema delle garanzie processuali e sostanziali dei cittadini, ma al sistema delle garanzie istituzionali e all’autonomia di poteri diversi da quello giudiziario.

Anche la crisi della democrazia rappresentativa, descritta come usurpatrice della vera volontà popolare, è un fenomeno interno alla crisi della cultura liberale che proprio sul piano del diritto penale ha avuto in passato, e sta avendo in questi anni, le manifestazioni più eclatanti. Con i risultati che abbiamo sotto gli occhi. La progressiva rottamazione di istituti e principi considerati troppo “garantisti” – da ultima la prescrizione – non ha affatto reso l’Italia un Paese più onesto, più libero e più sicuro, ma ha reso le inchieste e i processi più incivili e condizionati dai professionisti dell’emergenza. E viene quasi da sorridere – ma amaramente – vedendo in questi mesi i partiti di governo, così inclini alla giustizia di piazza, recitare tutte le parti in commedia – da quella giustizialista a quella ipocritamente garantista – a seconda che la sorte o le inchieste li pongano sul banco degli imputati o sugli spalti degli accusatori.

Sono d’accordo con voi. Il diritto penale o è liberale, o non è. Se viene meno qualunque argine liberale imposto all’esercizio del potere più “potente”, quello che limita la libertà altrui, del diritto penale rimane solo la “pena”, ma viene meno il “diritto”.

Non ho bisogno di dilungarmi oltre in questo semplice messaggio, che non è solo di amicizia, ma di vera alleanza politica. Quella che voi chiedete ai rappresentanti delle istituzioni e quella che io vi propongo a nome di +Europa. Quando vorrete, cari amici, quando vorrai, caro Presidente, potremo fare un incontro pubblico e ufficiale su una vera piattaforma di iniziative comuni.

Per intanto, un caro saluto

Emma Bonino

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