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L'ingerenza politica nello sport rischia di toglierci le Olimpiadi

di Matteo Di Paolo

Emerge oggi che il richiamo recente del Comitato Olimpico Internazionale all'Italia per la legge delega di Riforma dello sport era stato sollecitato direttamente dal CONI. Nulla di strano: l'ingerenza della politica nello sport rischia di toglierci sia la partecipazione ai Giochi che l'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026. Il Comitato Olimpico Internazionale ha infatti avvertito, recentemente, che la riforma Giorgetti dello Sport è in violazione di alcune norme della Carta Olimpica. In sostanza, la riforma crea una società pubblica (Sport e Salute) che avrà in gestione tutti i fondi dedicati alle Federazioni e alle attività sportive nazionali. I regolamenti di tutte le organizzazioni (es. la FIFA nel calcio), invece, chiedono che i Comitato Olimpici Nazionali e le Federazioni siano autonomi e indipendenti dal potere politico. Inutile dire che il fatto che l'indirizzo sportivo rimanga competenza CONI è poca cosa, se i fondi e la cassa sono altrove.

E' un'altra dimostrazione che più che Prima gli Italiani è Prima le Poltrone: l'ingerenza è volta solo ad aumentare il potere politico e l'intervento dirigista degli apparati statali, ci porterebbe all'esclusione dai Giochi o da tornei internazionali, cosa che è decisamente imbarazzante, una sanzione comminata in anni recenti solo a paesi non democratici quali il Kuwait e, con regole simili, dalla FIFA a Guatemala e Sierra Leone.
 
L'auspicio è che il nuovo governo non si limiti a un maquillage per evitare la sanzione ma ritiri l'impianto generale della norma.

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