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L'Europa si dota di un regolamento per l'IA. Tutela degli utenti o limitazione della libertà?

Dopo un drammatico e prolungato allo sfinimento ultimo “Trilogo”, con oltre 38 ore di posizionamenti last minute, venerdì 8 dicembre è stato raggiunto l’accordo (provvisorio e quindi soggetto a ulteriori discussioni e possibili modifiche) sul Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale. Il dibattito sarà pertanto ancora lungo e lo scontro che intreccia valori etici, posizioni di mercato e questioni geopolitiche legate alla sovranità digitale si potrà dirimere solo spostando l’attenzione sulla governance globale del fenomeno.

 

Di certo, e ciò è innegabile, sebbene in extremis, la vecchia Europa è riuscita a trovare un accordo storico fra le 3 teste co-legislatrici, la Commissione, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea; e tutti si sono presi il merito della vittoria, sottolineando le posizioni ottenute. Ad ogni modo, quel che conta è che l’Unione Europea nel suo insieme, è di fatto la prima giurisdizione al mondo ad avere una legge che pone regole per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini dai rischi dell’Intelligenza Artificiale, proibendo, se non in casi speciali, una serie di pratiche che sono contrarie ai valori e principi dell’Unione stessa.

 

L’approccio basato sul rischio proposto nell’impianto originario della Commissione nel 2021 ‘e rimasto, sebbene molti aspetti siano stati modificati soprattutto a seguito dell’avvento della IA generativa (Large Language models) tipo ChatGPT. Ed ‘e stata proprio la discussione sull’IA generativa e la posizione presa in particolare da Francia Germania ed Italia a novembre, con il “non-paper” che chiedeva di fatto un ammorbidimento delle regole e divieti sullo uso di queste tecnologie che ha fatto rischiare di non raggiungere un accordo, che per alcuni ‘e considerato ora al ribasso, a danno proprio della protezione dei diritti dei cittadini.

 

Pertanto è opportuno sin da ora vigilare, soprattutto a livello parlamentare negli Stati membri, per evitare che nella fase di adozione, che avverrà nei primi mesi del 2024, sotto la Presidenza Belga del Consiglio dell’Unione Europeo e a ridosso delle Elezioni Europee, non vengano messe a repentaglio le salvaguardie per i diritti fondamentali dei cittadini europei.

 

In questo contesto l’Italia, che avrà la Presidenza di turno del G7, potrà giocare un ruolo chiave, in virtu’ dell’allineamento fra le regole dell’AI Act con i principi guida internazionali e un codice di condotta volontario concordato dai Leaders del G7 a Hiroshima in ottobre.

 

Tuttavia, il nostro Governo dovrebbe chiarire quale sia la posizione ufficiale in materia, cosa che non è apparsa evidente durante il negoziato sull’AI Act, dove a molti è sembrato che in italica – e non molto Machiavellica – maniera, si volesse dare allo stesso tempo un colpo al cerchio e uno alla botte.

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  • Luigi Quercetti
    published this page in News 2023-12-11 16:22:40 +0100