5 milioni di italiani, soprattutto giovani, studiano e lavorano in una regione diversa da quella del comune di residenza.
L’Italia, oltre a Cipro e Malta, è l’unico Paese in Europa a non riconoscergli il diritto di votare nella città in cui vivono per le elezioni politiche.
Persino stati come Ungheria e Polonia hanno sistemi che consentono il voto a distanza.
I cittadini italiani che, anche per periodi brevi, lavorano all’estero possono votare. Chi lavora e studia in Italia NO.
Per questo motivo, già alla scora legislatura, era stata promossa un'iniziativa da Emma Bonino e Riccardo Magi, per chiedere al Governo di fare il possibile per agevolare il voto di quasi un decimo della popolazione italiana. In questa legislatura abbiamo depositato una proposta di legge, a prima firma Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, poi confluita in un testo unico, cestinato però dalla maggioranza.
Non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani alla vita politica e poi non permettergli di votare dove vivono.
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