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Il G20 all’Italia. Cosa aspettarsi?

di Diego Lazzaro

 

Il 22 novembre è terminato il vertice G20 di Riad. A causa delle attuali restrizioni, esso si è svolto per via telematica, come lo sono state la maggior parte delle riunioni durante la presidenza saudita. La crisi del Covid ha condizionato fortemente tanto le modalità quanto i temi delle discussioni del G20: l’Arabia Saudita ha rivisto la propria agenda di conseguenza alla pandemia, aggiornandola talvolta ci fossero sviluppi della situazione mondiale. Oltre che della Covid, il vertice di Riad ha inevitabilmente risentito anche dell’attuale complesso contesto geopolitico. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina e la poca cooperazione dell’amministrazione americana hanno contribuito a rendere la discussione ardua e faticosa. Trump è comparso brevemente, rilanciando le sue critiche agli accordi di Parigi e affermando che l’intesa sulla limitazione delle emissioni carboniche “avrebbe rovinato l’economia americana favorendo gli inquinatori’’. Il presidente uscente fa riferimento alla Cina, soprattutto, in quanto gli accordi di Parigini non vincolano i maxi-inquinatori. E Pechino ha dichiarato che le emissioni continueranno ad aumentare fino al 2030. 

 

Qualcosa è degno di nota, però. Le questioni economiche hanno dominato le discussioni. Si è deliberato sulla Debt Service Suspension Initiative (DSSI), con la quale i ministri delle finanze e le banche centrali del G20 hanno deciso di sospendere il servizio al debito di alcuni Paesi in via di sviluppo fino a metà del 2021, favorendoli in tal modo nel finanziamento delle spese pandemiche. Fino ad oggi la sospensione dei debiti ha giovato a 46 nazioni e rinviato il pagamento di 12 miliardi di dollari. Riguardo la sanità invece gli Stati si sono detti disponibili per favorire l’accesso globale ai vaccini, senza però assumere specifici impegni finanziari a riguardo.

É da notare come i paesi, in questi mesi, abbiano reagito alla crisi Covid attraverso misure isolate e molto diverse tra loro. Non coordinate, come ci sarebbe auspicato il G20 avesse fatto, memori dello sforzo collettivo e unidirezionale in reazione della crisi finanziaria del 2008/09. Le manovre di America e Giappone si sono distinte come le più radicali. L’Europa potrebbe fare lo stesso solo sbloccando il Recovery Fund.

 

Il primo dicembre l’Arabia Saudita passerà la leadership del G20 a Roma: per noi è la prima volta. Conte ha annunciato che il Vertice italiano si terrà a Roma il 30 e 31 ottobre 2021. Lo slogan è People, Planet e Prosperity. Per un’Italia “più inclusiva, resiliente e sostenibile”. Grazie, si spera, allo sfruttamento del Next Generation EU e dal nuovo European Green Deal. É certo che, così come quella saudita, anche l’agenda italiana sarà fortemente condizionata dal Covid. Soprattutto sul piano sanitario. I vaccini sono sempre più vicini e sarà compito dell’Italia promuovere la collaborazione tra i Paesi membri al fine di favorirne la distribuzione e l’equo accesso a livello globale. Una enorme responsabilità, per la quale servirà programmaticità, competenze e leadership.

 

Il 31 dicembre 2020 sarà anche il giorno di fine del periodo di transizione di permanenza del Regno Unito nell’UE di seguito di Brexit: non sapremo cosa avverrà. Forse ci sarà un accordo sulle relazioni tra UE e UK. Coincidenza vuole che proprio l’Italia nel 2021 co-organizzerà con il Regno Unito la grande conferenza sui cambiamenti climatici COP26. Gennaio sarà anche l’anno di debutto dell’amministrazione Biden negli Stati Uniti, che potrebbe favorire il dialogo e la cooperazione, viste le resistenze attuali, soprattutto nei confronti della Cina. Il 2021 sarà un anno importante anche perché pre-elettorale per diversi paesi del G20, come Australia, Brasile, Corea del Sud e Francia.

 

Ci auguriamo che l’Italia d’oggi trovi il modo per essere all’altezza delle sfide di domani. Futuro prossimo in cui l’Europa sia protagonista. Ancor di più di ora

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