Salta

Emma Bonino a Il Mattino: "decreti, le camere cancellate. Colpa anche dei parlamentari"

Emma Bonino intervistata da Il Mattino

In tre mesi le Camere hanno votato un solo atto relativo all’emergenza sanitaria. Eppure erano in gioco diritti fondamentali per i cittadini, come quello alla salute e alla mobilità. Non le sembra che la democrazia corra un serio rischio?

L’aggiramento del Parlamento è una patologia cronica della nostra vita istituzionale. L’ultima legge di bilancio, nella sua versione definitiva, è arrivata al voto qualche minuto prima che i parlamentari fossero chiamati a pronunciarsi. Io mi sono rifiutata di partecipare al voto e di legittimare questo pessimo precedente. D’altra parte l’abuso della decretazione d’urgenza, il ricorso ordinario al voto di fiducia, la diffusione di leggi omnibus e di provvedimenti eccezionali di proroga o di deroga non è iniziato con questa emergenza. È divenuta una prassi perché faceva comodo, in base a un principio burocratico di efficienza. Meno si discute e meno pubbliche sono le discussioni, meglio è.

Così anche il ruolo del parlamentare viene ridotto a quello di un passacarte che si limita, dalla maggioranza o dall’opposizione che sia, a un voto di ratifica a favore o contrario. E’ la certificazione di un parlamento ormai esautorato delle sue funzioni. Concorda?

Non è un fenomeno che inizia oggi, con questa legislatura o questo governo, anche se oggi sta assumendo dimensioni abnormi. È un processo che ha accompagnato larga parte della nostra storia istituzionale. Ai tempi del sequestro Moro, cioè della più esplicita sfida alle istituzioni democratiche della nostra storia, il Parlamento venne “congelato”. Lo svuotamento del Parlamento è una degenerazione partitocratica. Non contano le istituzioni, gli eletti del popolo; contano solo i partiti e le loro trattative e decisioni separate. Poi il passaggio parlamentare diventa come l’apposizione di un sigillo in ceralacca a una decisione già presa.

E’ tutta colpa del governo, che ricorre allo strumento del Dpcm come fosse acqua fresca?

Tutte le norme più significative sul lockdown sono state assunte con atti amministrativi. Con i Dpcm prima, poi perfino con le circolari ministeriali (in particolare dei ministeri dell’Interno e della Salute). Infine con le ordinanze dei presidenti di regione e dei sindaci. La qualità e la trasparenza del processo normativo, per chi ha un’idea liberale delle istituzioni, è una condizione di qualità e trasparenza dell’azione di governo. Che queste norme siano state equivocate, malintese, male applicate e derogate non mi stupisce affatto.

La nostra Repubblica viene da una tradizione consolidata del parlamentarismo. Trova che ci sia oggi una responsabilità anche dei deputati e dei senatori stessi?

La nostra è una Repubblica parlamentare, ma mi permetto di eccepire sulla qualità del nostro parlamentarismo. Quando i radicali entrarono in Parlamento nel 1976 attivarono una serie di strumenti regolamentari che erano previsti, ma di fatto inapplicati. Il Parlamento era già la sede di ufficializzazione degli accordi o dei disaccordi tra i partiti e chi, come noi, costringeva i partiti di governo e di opposizione a lunghe maratone parlamentari tentava di riattivare un processo istituzionale di formazione della decisione politica che era rimasto solo sulla carta. Uno dei meriti storici più grandi e meno riconosciuti di Pannella è stato proprio quello di avere riportato in Parlamento una cultura istituzionale fondata sulla centralità del Parlamento.

Poi certo, c’è la responsabilità degli eletti. D’altra parte, fare il parlamentare così è più facile. Devi studiare poco, puoi venire in aula a alzare la mano o a schiacciare un bottone…

Di sicuro lo svilimento del ruolo viene da lontano. Quanto hanno inciso a suo avviso il dirigismo dei partiti personali (o a conduzione di forte leadership) e i meccanismi elettorali?

Nella politica della Seconda Repubblica si è forse ancora di più enfatizzata la motivazione finto-efficientistica del “fare presto”, che ha portato a considerare il Parlamento come una sorta di pallottoliere, in cui ogni pallina – cioè ogni parlamentare – non vale per quello che pensa o che propone, ma per quello che numericamente rappresenta.

Ricorda quando Berlusconi proponeva di far votare in aula soltanto i capigruppo?

È quella logica portata all’estrema, ma coerente conseguenza. Se un gruppo ha 30 parlamentari, ma nessuno di loro conta di per sé, tanto vale fare votare il capogruppo per tutti e 30. Però alla conseguenza più estrema di tutte – quella che abbiamo dinanzi agli occhi – ha portato ovviamente l’affermazione di un partito, il M5S, che nasce attorno all’istanza del superamento del Parlamento, della democrazia diretta contro e non accanto alla democrazia rappresentativa, dell’imposizione del vincolo di mandato agli eletti. Volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno, dicevano. Ecco i risultati. Mai nella storia della Repubblica il Parlamento ha lavorato così poco e così male ed è stato così negletto dai governi in carica, entrambi, non a caso, egemonizzati dal M5S.

I presidenti delle Camere le sono parsi reattivi di fronte a questa debolezza estrema? Cosa possono fare?

In questa fase di emergenza, dove esiste anche un problema pratico e logistico di organizzazione dei lavori dell’aula e di partecipazione ai lavori da parte degli eletti sono stati colti anche loro, come tutti, molto impreparati. Quello che è accaduto non era prevedibile. Non gliene farei una colpa.

Il voto a distanza può, almeno in questa fase, venire in soccorso per rianimare il nostro parlamento?

Ancora a lungo la pandemia non consentirà ai 315 eletti del Senato e ai 630 della Camera di sedere insieme nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama. Non penso che sia facile trovare soluzioni. Il voto a distanza, garantita la segretezza e la libertà dell’eletto, risolverebbe solo un problema, non quello della partecipazione alle discussioni in aula e in commissione. Il Parlamento non è solo un "votificio". Poi ci sono aspetti regolamentari da ridefinire. Però penso che sì, anche i Parlamenti debbano muoversi in direzione di “politiche di adattamento” al Covid-19.

Continua a leggere

Ultime News

Scrivi un commento

Controlla la tua e-mail per un collegamento per attivare il tuo account.