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Emma Bonino: "290 scienziati hanno fatto una proposta seria contro il virus. Il governo la valuti"

di Emma Bonino

Ormai lo dicono tutti, a cominciare dallo stesso Angelo Borrelli: il numero dei contagiati da CoVid-19 rilevati dalla Protezione civile rappresenta solo una quota minima dei contagiati reali, perché i tamponi effettuati sono molti meno di quanto sarebbe necessario per individuare i contagiati reali, la cui stima oggi varia dai 238 mila de lavoce.info (Simone Ferro) ai 530 mila dell’ISPI. È evidente che, se ci sono centinaia di migliaia di italiani contagiati asintomatici o quasi, ce ne saranno anche tra chi lavora per assicurare i servizi essenziali di cui abbiamo bisogno e che si trova quotidianamente in diretto contatto con il pubblico: personale sanitario, forze di polizia, commessi dei supermercati, lavoratori di tutte le filiere che garantiscono i servizi essenziali. Individuarli è indispensabile non solo per la loro salute ma perché anche loro contribuiscono, loro malgrado e a loro insaputa, a diffondere il virus tra il resto della popolazione, vanificando almeno in parte le misure di auto-confinamento decise dal governo.
Per questo è urgente che il presidente Conte valuti la proposta di un piano d’azione nazionale anti-contagio sottoscritta da 290 scienziati, che condivido ma che finora non sembra avere ricevuto la giusta attenzione dal mondo politico e dell’informazione. Alcuni dei nostri migliori scienziati stanno mettendo a disposizione i laboratori di ricerca italiani per contribuire in maniera significativa ad aumentare i test diagnostici del CoVid-19, senza costi aggiuntivi per lo Stato in termini di personale, strutture e apparecchiature: il loro contributo aumenterebbe in modo significativo la capacità di individuare una parte dei contagiati asintomatici o con sintomi lievi, facendoci fare un importante passo avanti per fermare la diffusione del virus.
Non c’è tempo da perdere e bisogna agire presto: serve un segnale immediato perché i laboratori di ricerca che hanno offerto il loro aiuto possano attrezzarsi. Per essere in condizione di realizzare presto i test in modo autonomo, i laboratori hanno bisogno di approvvigionarsi ora, da subito, dei materiali necessari, dal momento che i reagenti che servono per le analisi dei tamponi stanno diventando sempre più rari sul mercato. Quanto tempo ci metteranno ancora, Conte e il suo governo, a prendere in considerazione questa proposta ragionevole che consentirebbe di mobilitare le nostre migliori competenze nelle scienze biomediche per far partire un piano che guardi non solo di giorno in giorno alla gestione dell'emergenza quotidiana, ma vada a cercare almeno una parte delle centinaia di migliaia di italiani, in prima fila nella lotta contro il virus, come i sanitari, le forze di polizia, ma anche i commessi che ci garantiscono l’apertura dei supermercati, e che loro malgrado e inconsapevolmente possono trasmettere il virus pur rispettando la legge?

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