Oggi in Italia viene sistematicamente violato il diritto all'affettività e alla sessualità per la persone detenute. Nella cultura italiana sembra normale ma non lo è per la maggior parte dei Paesi europei. È ora che il nostro Paese compia questo passo: negare il diritto all’affettività e alla sessualità per le persone detenute è incostituzionale.
Come +Europa, abbiamo presentato una proposta di legge per modificare l’ordinamento penitenziario e garantire proprio la relazione affettiva e sessuale delle persone detenute.
Per questo speriamo che la Corte Costituzionale - chiamata martedì 5 dicembre a pronunciarsi su questo punto sollevato da un magistrato di sorveglianza - esprima una sentenza chiara e netta che possa essere anche una indicazione per il Parlamento.
Su questo, è stato lanciato un appello, già sottoscritto da oltre 200 fra giuristi, associazioni e altre personalità, in vista della pronuncia della Corte Costituzionale proprio su questo tema.
Oltre a Riccardo Magi, a promuovere l'appello sono: Franco Corleone (la Società della Ragione), Maria Luisa Boccia (Centro per la Riforma dello Stato) e Marco Perduca (Associazione Luca Coscioni) ed alcuni dei firmatari a partire da Andrea Pugiotto, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Ferrara estensore e primo firmatario dell’appello e Stefano Anastasia, Garante dei Detenuti del Lazio.