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Da 10 anni dalla parte delle donne

Di Ilaria Donatio

Sono passati 10 anni dalla firma della Convenzione di Istanbul: l'11 maggio del 2011, il trattato del Consiglio d'Europa ha riconosciuto la violenza contro le donne quale crimine contro l'umanità. A distanza di 10 anni, oggi, nessun paese è ancora libero dalla violenza contro le donne ma, secondo un rapporto dell’Osce, la Convenzione ha avuto un effetto positivo sulla legislazione di molti Stati ancora arretrati in tema di tutela di diritti.

La Convenzione, un pilastro della legislazione internazionale sui diritti e contro la violenza di genere è stata la prima serie di linee guida, giuridicamente vincolanti, in grado di creare un quadro normativo e un approccio globale tramite tre direttrici principali: la prevenzione della violenza domestica, la protezione delle vittime e il perseguimento dei colpevoli.

Tuttavia, si può fare di più: non basta la produzione normativa dei singoli Stati. Sono necessarie attività, investimenti e risorse economiche volte alla prevenzione della violenza. Attività di educazione e sensibilizzazione soprattutto nei confronti delle nuove generazioni ma anche di formazione del personale delle organizzazioni che si occupano dell’accoglienza delle vittime (o delle potenziali vittime) di violenza.

Ma la strada dei diritti non è lineare e il rischio di un arretramento è sempre in agguato: il 20 marzo scorso, Erdo?an ha revocato la partecipazione della Turchia, prima firmataria del Trattato, 10 anni fa, dalla Convenzione.

Ma le donne turche si sono ribellate e hanno parlato con una sola voce per chiedere alle autorità di revocare una decisione che rischia di mettere in pericolo la vita di milioni di donne e ragazze. Un segno di speranza, rispetto e cambiamento per porre fine alla violenza contro le donne.

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