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Così il prezzo delle mascherine non è popolare, è populista

di Piercamillo Falasca

La Crai ritira le mascherine dai suoi negozi perché il prezzo di vendita imposto dallo Stato - 0,50 euro - è inferiore al costo sostenuto per venderle. La notizia dovrebbe indurre il governo a rivedere il provvedimento illogico del commissario Domenico Arcuri, che per essere popolare ha finito per essere populista, fissando un prezzo calmierato a un livello troppo basso. Arcuri può prendersela con i fantomatici liberisti da salotto e i loro cocktail, ma la realtà è quella rappresentata dalla decisione della Crai, non da fantasiosi appelli ad atti d’amore di Conte o dalle accuse contro la bieca logica del profitto che si vedono ora circolare. Un’azienda fa quadrare i conti per pagare i dipendenti, i fornitori e per remunerare gli investitori (noi tutti, d’altronde, lavoriamo gratis o vogliamo essere pagati?).
Se ci saranno aziende disposte a produrre e a vendere le mascherine chirurgiche a 50 centesimi, saranno benvenute e benedette, ma rischiano di essere poche o comunque inferiori alle necessità. Il compito dello Stato è assicurare che la disponibilità complessiva di mascherine sia adeguata alle esigenze del Paese: così, invece, si rischia la penuria.
Conte e Arcuri volevano evitare speculazioni? Bene, avrebbero dovuto fissare un prezzo massimo adeguato. Volevano un prezzo politico di 50 centesimi? Allora dovrebbero compensare la filiera produttiva per la differenza tra i costi sostenuti e i ricavi. Se si vuole convincere un’azienda a produrre e vendere mascherine, anziché altro, occorre remunerarla. Ma questa sarebbe altra spesa pubblica, cioè ulteriori miliardi di euro da individuare e stanziare. Possiamo permettercela? Il governo valuti e decida, senza però criminalizzare e tentare furbescamente di scaricare l’onore sulle aziende produttrici e sulla distribuzione (farmacie e Gdo).
In tutto questo caos, inutile ma purtroppo prevedibile, manca all’appello un tema: siamo certi che la qualità di queste mascherine low cost che saranno prodotte sarà sufficiente a garantire la protezione di chi le indosserà?

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