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Coronavirus: Uniti sì ma con l'Europa

 In materia sanitaria l'Unione europea ha essenzialmente solo competenze di coordinamento delle politiche degli stati. La gestione dei sistemi sanitari è una competenza nazionale.

 

Le misure sanitarie che l’Unione europea ha messo in atto finora sono quelle previste dalla Decisione n°1082 del 2013 relativa alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero:

  1. a) La Rete di sorveglianza epidemiologica gestita dall’Agenzia Europea per il controllo delle malattie (ECDC basata a Stoccolma) raccoglie e analizza i dati di tutti i paesi europei e su questa base effettua una valutazione del rischio, che ad oggi è considerato alto.
  2. b) Il Comitato per la Sicurezza Sanitaria che scambia le informazioni tra i ministeri nazionali sulle misure messe in atto da tutti paesi europei. Questo Comitato ha anche discusso della possibilità di attivare la procedura congiunta di acquisto a livello europeo per materiale medico (materiale protettivo, farmaci antivirali e i vaccini quando saranno disponibili).
  3. c) La Missione del 25 febbraio a Roma della Commissaria Salute, Stella Kyriakides, l’OMS e l’ECDC per discutere con le nostre autorità la gestione della crisi.

 

Oggi possiamo affermare che per la prima volta siamo di fronte ad una situazione di grave minaccia per la salute a livello transfrontaliero. Per combattere efficacemente questo virus le misure nazionali non sono sufficienti. Il rischio di diffusione del contagio nei diversi Paesi è un problema comune a tutti gli stati membri. Anche in questo campo sono convinta, fatemelo dire, che ci vuole più Europa, anche perché il virus notoriamente non conosce frontiere.

 

Quando come previsto il virus si diffonderà anche in altri paesi la gestione sanitaria della crisi dovrà diventare una vera e propria gestione a livello europeo con misure di contenimento armonizzate, coordinamento nella fornitura di apparecchiature e tecnologie, grandi investimenti europei nella ricerca medica. Non dimentichiamoci che il Trattato di Lisbona ha previsto, all’art 168, “un’azione europea per la lotta contro gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero”. Si sta già prendendo coscienza della situazione.

 

Già dal 28 gennaio scorso, l’Unione europea ha attivato il meccanismo europeo di risposta politica alle crisi (IPCR) per il coronavirus, su iniziativa della presidenza croata, meccanismo utilizzato in precedenza dopo l'attacco alle Torri gemelle del 11 settembre 2001, gli attentati a Madrid nel 2004 e a Londra nel 2005, nonché in occasione dello tsunami nell’Oceano indiano del 2004. Il meccanismo prevede, al livello più alto della minaccia, anche proposte di decisioni comuni, con riunioni di crisi a livello di rappresentanti permanenti o di ministri della salute. Non a caso c’è già stato un Consiglio straordinario dei Ministri della Salute e i ministri hanno avuto oggi a Bruxelles un ulteriore incontro dedicato al coronavirus.

 

Oltre all’IPCR (che è un coordinamento politico tra gli Stati membri), è stato attivato poi il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC), che si trova all’interno del sistema di protezione civile dell’UE, per assistere i Paesi (membri o esterni) colpiti da catastrofi. Il Centro è una struttura della Commissione europea e fa da punto di contatto con i Paesi membri. Vi partecipano anche Paesi terzi (per esempio Norvegia e Svizzera), e opera 24 ore su 24.

Lunedi 24 febbraio, pochi giorni dopo l'emergere dei casi nel Nord Italia, la Commissione ha stanziato 232 milioni di fondi straordinari per far fronte alla crisi sanitaria e finanziare la ricerca su come fronteggiare la malattia;

Martedì 25 febbraio, nel corso di una riunione a Roma convocata dal ministro Speranza, si è convenuto di non chiudere almeno per il momento.

Lunedì 2 marzo, la Presidente della Commissione von der Leynen, ha annunciato la creazione di una task force sull’emergenza Coronavirus (o Covid-19), composta da cinque commissari (fra cui come sapete Paolo Gentiloni per gli aspetti macroeconomici), per fornire ogni supporto ai governi nazionali ed alle agenzie europee specializzate.

La task force lavorerà su tre direttrici:

? Il campo medico-sanitario: la Commissione collaborerà con l’EMA e l’ECDC, focalizzandosi sulla prevenzione della diffusione del Covid-19 e sull'approvvigionamento di forniture sanitarie, migliorando, inoltre, le misure di soccorso e il livello di informazione dei cittadini.

? L'economia: la Commissione ed Eurostat esamineranno in modo approfondito vari settori economici – turismo, trasporti e commercio – per valutare l’impatto economico che l’emergenza Covid-19 comporterà, settore per settore ed i tempi di recupero stimati.

? La mobilità: la Commissione sta valutando l’eventuale sospensione temporanea di Schengen e la formulazione di indicazioni pratiche per i viaggiatori all’interno della UE (come ad esempio restrizioni o obblighi particolari cui ci si deve attenere).

Infine a livello finanziario già la settimana scorsa Gentiloni ha evocato la possibilità di utilizzare lo strumento della flessibilità per fronteggiare gli effetti derivanti dall'emergenza coronavirus sull'economia italiana, disponibilità confermata, a fronte delle prime misure annunciate dal governo, mercoledì 4 marzo, al termine di un Eurogruppo straordinario, dal Presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, che ha affermato infatti che "all’interno del Patto di Stabilità si trovano gli strumenti per affrontare l’emergenza costituita dall’epidemia". Le regole fiscali prevedono la flessibilità del Patto di Stabilità per soddisfare eventi straordinari, fuori dal controllo dei governi dei paesi UE.

Voglio infine aggiungere un punto sul ruolo che ciascuno può giocare in questa emergenza: il coronavirus può essere fermato se agiamo tutti con intelligenza, consapevolezza e senza panico. Con un comportamento responsabile possiamo tutti limitare la diffusione del virus, se rispettiamo scrupolosamente le regole di igiene, limitiamo i nostri spostamenti e i contatti, non andiamo in luoghi pubblici se non ne abbiamo bisogno. Accettiamo queste limitazioni alla nostra libertà individuale con la piena coscienza che stiamo agendo per il nostro bene ed il bene degli altri.

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