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Caro Will, resta al tuo posto!

di Ilaria Donatio

 

“Sono un lavoro in corso”.
È una frase bellissima quella di Will Smith, pronunciata all’indomani della premiazione agli Academy Awords.
Parole pensate e scritte dall’attore dopo il gesto così platealmente violento da sembrare inautentico, parte di un copione di un film fuori concorso.
Quando il comico e conduttore della serata Chris Rock ha pronunciato dal palco la frase incriminata sulla alopecia di Jada Pinkett Smith, dalla platea, l’attore - prima di andare a schiaffeggiarlo - ha accennato a una risata mentre la donna, accanto a lui, ha ostentato indifferenza.
Su quanto sia stato penoso quel gesto è stato detto molto - stendiamo un velo pietoso sui giustificazionisti: quellə che ancora credono all’uomo che scende da cavallo e si scazzotta per far trionfare la giustizia, meglio se c’è una donna da vendicare/proteggere - e  solo che non c’è ferita che meriti di essere difesa o “medicata” da un atto brutale.
Primo perché chi “per istinto” commette un gesto violento, ha familiarità con un linguaggio - quello fisico - che dovrebbe approfondire e non liquidare come “eccezione”.
Secondo perché reagire con un pugno o uno schiaffo non medica un bel nulla.
Piuttosto mette il dito nella piaga, approfondisce il trauma, lo replica provocando altro dolore: innanzi tutto a se stesso, poi alla persona che crede di proteggere, infine a chi è colpito.
Eppure, sì, caro Will, siamo tutti lavori in corso: come darti torto?
Qualcuno, più di altri a quanto pare.
E a cantiere aperto, nessuno intende condannare in via definitiva chi ha sbagliato, anche se la lezione per un attore da Oscar come te, dovrebbe essere chiara: impara da tua moglie.
La prossima volta scopriresti che lei riesce benissimo a difendersi da sola se solo tu restassi al tuo posto, accanto a lei. Fermo.

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  • Luigi Quercetti
    published this page in News 2022-03-29 13:17:45 +0200