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Autostrade, i Benetton e la bolivarizzazione dell’economia

di Michele Governatori

L’escalation di dirigismo di questi periodi di emergenza probabilmente sta facendo perdere lucidità al Governo sui limiti delle proprie prerogative. Il rapporto tra concedente (Stato) e concessionario (Autostrade) è regolato, appunto, da una concessione che prevede anche conseguenze in caso di accertata violazione degli obblighi da parte del concessionario. Se la revoca della concessione è un atto unilaterale molto forte e potenzialmente foriero di un lunghissimo e costoso contenzioso (con possibili effetti sugli investimenti e sulla continuità del servizio), è anche vero che può essere vista come una minaccia sensata per ottenere dal concessionario cambiamenti di gestione in grado di scongiurare altri disastri. Quando però il concessionario è una società quotata, qualunque dichiarazione del Governo precedente a una decisione provoca effetti in borsa che tipicamente danneggiano i risparmiatori meno informati e danno a chiunque sia in grado di conoscere in anticipo tali dichiarazioni, o il loro esito effettivo, vantaggi virtualmente enormi attraverso la pratica illegittima ma non facile da verificare dell’ "insider trading". Per questo i mercati – e noi in teoria siamo ancora un’economia di mercato – funzionano bene quando i suoi attori si basano su un set di informazioni conoscibili da tutti e su cui ognuno si fa le proprie idee. Pochi comprerebbero azioni di un’azienda le cui sorti sono in mano a un demiurgo che decide arbitrariamente (quand’anche ragionevolmente dal suo punto di vista) senza nemmeno essere azionista.

Quando poi il Governo arriva a dire che presso un concessionario ci sono azionisti non graditi, siamo alla minaccia di violazione di libertà elementari di movimento dei capitali privati usata per operare sanzioni fuori da ogni legalità, un atteggiamento tipico delle dittature.

Di questo passo, lo stesso dibattito politico sulle partecipazioni statali sarà inutile, perché nessun privato metterà più soldi nell’economia, incluse le infrastrutture. La bolivarizzazione dell’economia inizia così: con gli annunci di un esecutivo o di alcuni suoi esponenti poco consapevole dei limiti delle proprie prerogative e delle regole dei mercati finanziari.

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