di Manuela Zambrano
Il Parlamento Europeo ha finalmente approvato la legge sul ripristino degli ecosistemi danneggiati.
Si tratta di un passo importante per recuperare molti degli ecosistemi europei attualmente degradati e nei quali si registra un drastico calo della biodiversità.
Questa legge rientra nella strategia di sviluppo verde della UE e si fonda su dati scientifici tanto nelle sue premesse, ovvero l’evidente crisi di alcuni ecosistemi, quanto nelle strategie da adottare per risolverla. Si tratta, ad esempio, degli interventi previsti per il recupero degli ecosistemi nei quali la presenza degli insetti impollinatori è drasticamente calata, oppure a quelli in cui la presenza della posidonia, importantissima per la crescita degli avannotti, è ridotta al minimo.
Nello specifico, per conseguire gli obiettivi fissati dalla legge, entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat individuati, nel cui elenco rientrano foreste, praterie, zone umide, fiumi, laghi e praterie di posidonia. Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. In linea con la posizione del Parlamento, fino al 2030 la priorità andrà accordata alle zone Natura 2000.
Seppur alcune misure mirano a migliorare le condizioni anche delle zone agricole e, quindi, potenzialmente aumentarne la produttività, l’approvazione della legge era stata ostacolata dalla lobby degli agricoltori, sostenuti dal Partito Popolare Europeo, che infatti ha espresso voto contrario per buona parte dei propri parlamentari, rischiando di farne fallire l’approvazione.
Anche in questo caso, il mancato appoggio degli agricoltori alla legge non ha nulla di scientifico: come confermano gli esperti, la tutela della biodiversità non causerà riduzione della produzione agricola. Anzi, potrebbe contribuire ad aumentarla.
Il voto a favore di questa legge è un voto a favore della biodiversità e della vita delle nuove generazioni su questo pianeta. È preoccupante che il PPE, primo partito del Parlamento Europeo, abbia deciso di sostenere e alimentare paure antiscientifiche.
Alla vigilia delle elezioni europee, è evidente che nel prossimo Parlamento di Bruxelles dovranno esserci forze in grado di lottare con ancora più determinazione per sostenere e attuare una seria politica verde europea.
+Europa è pronta a farlo.