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Villa Bianca per i malati Covid, un mese segnato dal nulla. Calabresi presi in giro

Di Valerio Federico

Presi in giro i calabresi. Dall’ordinanza del 10 novembre scorso, che indicava 5 gg al massimo per l’inizio dei lavori, nulla è stato fatto e la struttura ha tutt’ora altri problemi, come dimostrano le immagini. Nessun inizio di lavori neanche per i 20 posti letto Covid previsti a Soveria Mannelli. Solo il 21% dei posti promessi dalla Regione sono stati attivati.
E mentre la seconda ondata prosegue con i suoi morti, con i suoi malati - e se ne prevede una terza - i 75 posti già pronti al Policlinico di Catanzaro restano vuoti.

Lo scarica barile tra commissari e Regione sull’impreparazione delle strutture ospedaliere calabresi ad affrontare la seconda ondata epidemica ha lasciato quasi solo cenere, proprio nel mese di massima emergenza. Una commedia tragica segnata da proclami, promesse e nessun risultato concreto.

Il “delegato del soggetto attuatore” dall’11 giugno 2020, della Regione, il dott. Antonio Belcastro, non ha sostanzialmente messo mano al piano Covid scaricando le responsabilità sulle Aziende sanitarie ed ospedaliere che non avrebbero speso la metà dei fondi. In realtà le Aziende sono state autorizzate a effettuare spese per il personale Covid senza che i fondi stessi siano mai stati accreditati nelle loro casse. Solo poco più di un mese fa, a pandemia già galoppante, è arrivata una parziale liberatoria sull’utilizzo di ulteriori fondi Covid per assumere il personale.

La Regione Calabria con il decreto 91 per il riordino della rete ospedaliera Covid del 18 giugno aveva già delineato un piano dettagliato di misure, d'intesa con il commissario, comprendente 134 nuovi posti di terapia intensiva e 123 di terapie subintensive, posti rimasti naturalmente sulla carta.

A Catanzaro, nella zona di Germaneto, un intero padiglione del Policlinico universitario (c.d. ala C) vuoto da 8 anni, recentemente ristrutturato, è pronto con le sue camere singole dotate di bagno, ma manca una convenzione tra Università e Regione.

Giuseppe Zuccatelli, da lì a poco nominato Commissario e subito dopo liquidato, il 30 ottobre ricorda che la crescita del contagio ha azzerato la capacità di ricovero nei reparti di Malattie infettive delle aziende ospedaliere Pugliese Ciaccio e universitaria Mater Domini (di cui era in quel momento a capo), nonostante le dotazioni incrementate, e che i 75 posti letto disponibili non avrebbero dovuto restare inutilizzati. Zuccatelli ha chiesto inutilmente all'Università (proprietaria dell'ala C del Policlinico) di concedere gli spazi per le evidenti finalità emergenziali. Il 7 novembre Zuccatelli viene nominato nuovo Commissario della sanità calabrese.

Il 10 novembre il Presidente della Regione emana un’ordinanza nella quale si ricorda che la Regione Calabria con la sua Unità di crisi era già stata di fatto esautorata dal Governo per la gestione sanitaria del COVID-19 e che le Aziende ospedaliere indicate dal Commissario straordinario di allora quali soggetti attuatori delle misure di contrasto all’epidemia, non avevano fatto nulla. L’ordinanza prevede dunque misure “urgenti”, vista l’inerzia del Commissario ad acta e delle aziende, per sopperire all’esigenza di posti letto per i pazienti Covid. Questa dispone misure per l’attivazione di 234 posti letto Covid in regione, tra queste la riqualificazione della struttura “Villa Bianca” di Catanzaro, per la realizzazione di 100 posti Covid e che le Aziende sanitarie e ospedaliere (la Mater Domini è proprietaria di Villa Bianca) avviino entro 5 giorni i lavori e che, in caso di inadempienza nei termini stabiliti, ci penserà direttamente la Regione che si sostituirà alle Aziende.

L’ordinanza non fa cenno alla possibilità di attivare i 75 posti già pronti del Policlinico reclamati da Zuccatelli.

L’11 novembre +Europa denuncia l’impossibilità di adeguare Villa Bianca in tempo per affrontare la seconda ondata, trattandosi “di una vecchia casa di cura privata mai ristrutturata e non più utilizzata come ospedale dal 2007, i cui tempi di adeguamento supereranno abbondantemente i tempi dell’attuale pandemia”. +Europa ricorda che in essa, inoltre, insistono diverse attività di natura ambulatoriale e amministrativa.

Il 20 novembre il Presidente Spirlì visita a sorpresa Villa Bianca e si definisce (incredibilmente) soddisfatto, aggiungendo di sentirsi meravigliato di come in passato l’ex Commissario alla sanità non abbia preso in considerazione l’utilizzo della struttura. Il 24 novembre lo stesso Spirlì dichiara che “i lavori di adeguamento e ripristino di Villa Bianca sono da lui seguiti quotidianamente attraverso la protezione civile regionale. Il sito sarà dunque attivato al più presto”.

Oggi, sabato 12 dicembre, a oltre un mese dalla delibera e a 28 giorni dall’inizio previsto dei lavori, la situazione per Villa Bianca è quella rappresentata dalle foto. I lavori di adeguamento e ripristino da parte dell’azienda Mater Domini non appaiono neanche iniziati, chi lavora negli ambulatori ospitati e negli uffici non è stato trasferito, e la Regione non ha attivato poteri sostitutivi per avviare essa stessa direttamente dei lavori, come prevede l’ordinanza.

La struttura presenta seri problemi di tipo impiantistico: groviglio di cavi nei quadri elettrici,  barelle abbandonate coperte di materiale di scarto, obsolescenza degli impianti di gas medicali, box antiincendio vuoti (viene da chiedersi perché una struttura frequentata, attiva, non abbia i dispositivi antincendio).  Inoltre, la struttura sembra non disporre di un serbatoio atto a erogare l’ossigeno di cui i malati Covid necessitano.

I tempi tecnici perché la struttura possa cominciare ad accogliere i pazienti Covid difficilmente potranno essere inferiori ai 6 mesi. È ragionevole pensare che i primi mesi passerebbero solo nel tentativo di ricollocare il personale operante nelle numerose attività ancora presenti, e ulteriori mesi dovrebbero passare per i lavori di sistemazione e ripristino.

Perché’ dunque far finta di insistere su questo progetto dai tempi incompatibili con l’emergenza in corso, collezionando brutte figure e proclami lunari, peraltro a fronte di costi irragionevoli - si stimano prossimi ai 10 milioni - visto che sono disponibili altre opzioni, prima tra tutte quella di utilizzare i 75 posti letto dell’ala C dell’ospedale universitario di Germaneto, già attrezzati?

Neanche iniziati i lavori per i 20 posti previsti a Soveria Mannelli dall’ordinanza del 10 novembre. In provincia di Cosenza sarebbero 29 i posti attivati sui 74 previsti e a Gioia Tauro 20 su 40. Complessivamente l’ordinanza ha previsto l’attivazione di 234 posti letto Covid, a oggi ne sono stati attivati 49 in regione (il 21%). Da segnalare l’ospedale da campo Covid creato da Emergency nel crotonese che supplisce parzialmente alle gravi carenze istituzionali.

La carenza di posti letto Covid ha messo drammaticamente sotto pressione le aziende ospedaliere, costringendo i pazienti a lunghe attese prima di poter essere accettati dal Pronto Soccorso: le immagini delle ambulanze in fila davanti agli ospedali ne sono una triste testimonianza.

I ricoveri sono avvenuti anche in ospedali non adeguatamente attrezzati e in cui la presenza di pazienti Covid ha creato problemi di rischio clinico. Oppure si è stati costretti a dimissioni precoci al fine di liberare i posti letto. Tutti problemi per nulla risolti e, quindi, maledettamente attuali, e che, in caso di terza ondata, risulterebbero di nuovo inaffrontabili.

La pervasiva presenza della pandemia suggerisce di agire, subito, con scelte razionali. La popolazione calabrese, presa in giro, la sta pagando cara, nuovamente.

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