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Ue: risoluzione +Europa, sostegno a Kiev e rearm per difesa europea a due velocità

“Continuare a sostenere la resistenza ucraina contro l’ingiustificata aggressione russa nel quadro degli sforzi in questa direzione dell’Unione europea, anche attraverso la confisca definitiva degli asset russi congelati dalle sanzioni, e sostenere l’impegno europeo per una pace giusta, duratura e inviolabile conseguita con il consenso e il contributo negoziale imprescindibile del governo di Kyiv; sostenere il piano ReArm Eu sottolineando la necessità che le risorse ed in particolare i 150 miliardi di nuovi fondi europei vengano spesi nella prospettiva di un sistema comune europeo di difesa che possa svolgere un ruolo di protezione e deterrenza anche in grado, in prospettiva, di prescindere dal supporto degli Stati Uniti, e sulla cui architettura istituzionale e sistemi di finanziamento va aperta nel più breve tempo possibile il confronto, possibilmente a partire dal prossimo Consiglio europeo”. È quanto prevede la risoluzione di +Europa, firmata da Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, depositata alla Camera in vista delle comunicazioni della presidente Meloni sul Consiglio europeo.

In particolare, nella risoluzione Della Vedova-Magi, si sottolinea come “la telefonata tra Trump e Putin di ieri sul cessate il fuoco in Ucraina non ha purtroppo dato gli immediati risultati positivi che il Presidente USA si aspettava ed aveva annunciato”. Dunque, proseguono Magi e Della Vedova “l’Unione europea, che ha contribuito al sostegno dell’Ucraina complessivamente in misura superiore agli Usa, è chiamata a assumere un ruolo di guida nella definizione di un auspicato accordo per una pace giusta, duratura e non violabile e che ponga fine ad un conflitto che la vede per ragioni politiche, culturali, geografiche ed economiche inevitabilmente coinvolta”.

Inoltre, scrivono i parlamentari di +Europa, “le prospettive di una politica di sicurezza e difesa comune, di adeguata forza e con uno spettro sufficientemente ampio da agire da deterrente, possono prendere forme diverse attraverso architetture giuridiche che non necessariamente coinvolgano da subito tutti i 27 paesi dell’Unione (come per l’Euro o il Trattato di Schengen, anche considerando le parole del futuro cancelliere Mertz su una Comunità della difesa aperta a paesi non Ue); infine, “per migliorare la preparazione e le capacità di risposta alle sfide emergenti, occorre investire in tecnologie avanzate, come la sicurezza cibernetica e l’Intelligenza Artificiale, dove l’Europa nel suo complesso sconta gravi ritardi”, concludono.

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  • Pasquale Di Pace
    published this page in News 2025-03-21 13:01:12 +0100