La relazione del Ministero della Salute tratta i dati relativi all'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Italia per l'anno 2022, con un focus su vari aspetti dell'applicazione della Legge 194/78.
Ecco un riassunto con i punti principali:
- Nel 2022 sono state notificate 65.661 IVG, un aumento del 3,2% rispetto al 2021, in controtendenza rispetto al calo costante dal 1983.
- Tasso di abortività: 5,6 IVG per 1.000 donne (15-49 anni), +5,1% rispetto al 2021, ma tra i più bassi a livello internazionale
- Le donne straniere abortiscono il doppio di quelle italiane: il dato non è disponibile per il 2022 ma quello del 2021 lo registrava al 12 per 1000.
- La fascia d’età che ricorre maggiormente all’aborto è quella tra i 25 e 34 anni.
- il 49% di quelle che abortiscono hanno un’occupazione
- il 38,9% di quelle che abortiscono sono coniugate (su quelle nubili non è possibile ricavare il dato delle convivenze)
- Per la prima volta non è indicata la percentuale di medici non obiettori
Medici obiettori
Nella relazione per la prima volta NON è riportata esplicitamente la percentuale complessiva di ginecologi obiettori di coscienza a livello nazionale per il 2022. (In passato tale percentuale si è aggirata intorno al 64-70%, variando significativamente tra le regioni.)
I dati sono presentati in modo da dimostrare che il carico di lavoro per i non obiettori è gestibile (per esempio è sottolineato come tra i non obiettori una quota pari al 7% circa per ragioni organizzative delle strutture non effettua comunque IVG), e che il numero di punti IVG sono più dei punti nascita (“considerando inoltre che nel 2022 si contano complessivamente 395 punti nascita e 343 punti IVG, e che i nati sono stati 393.333 e le IVG 65.661, ne consegue che per ogni 1.000 nascite di conta 1 punto nascita, mentre per ogni 1.000 IVG ci sono 5,2 punti IVG. In proporzione, quindi, i punti IVG sono più dei punti nascita”)
La rilevazione evidenzia che nel 2022 il carico di lavoro medio settimanale di ogni ginecologo non obiettore è in linea con l’anno precedente e si inserisce in un trend in diminuzione rispetto al passato. Infatti, considerando 44 settimane lavorative all’anno, il numero di IVG per ogni ginecologo non obiettore è pari a 0,9 IVG a settimana a livello nazionale
Una diminuzione che si deve, però, soprattutto alla riduzione complessiva del numero di IVG.
Il minor carico di lavoro si registra n Valle d’Aosta, nella P.A. di Trento, in Friuli-Venezia Giulia e in Sardegna con 0,4 IVG medie settimanali, il massimo in Molise, con una media settimanale di 6,2 IVG medie settimanali.
Tuttavia i grafici dimostrano che, all’interno delle regioni vi sono strutture in cui il carico settimanale è ben al di sopra della media nazionale. Per esempio:
- in Campania alcune strutture arrivano a un massimo di 8,0 IVG settimanali per ginecologo non obiettore.
- in Abruzzo: con un massimo di 12,2 IVG settimanali per ginecologo non obiettore
- in Lombardia: con un massimo di 4 IVG settimanali
- in Veneto: con un massimo di 7,2 IVG settimanali
- in Sicilia con un massimo di 6 IVG settimanali
- in Puglia con un massimo di 5,2 IVG settimanali
Questi dati mostrano carichi di lavoro particolarmente elevati, indicando potenziali criticità nell'accesso ai servizi IVG a causa della scarsità di ginecologi non obiettori disponibili.
Numero di ginecologi obiettori e non obiettori rilevato tramite monitoraggio ad hoc sull’obiezione di coscienza, effettuato annualmente dal Ministero della Salute in collaborazione con i Referenti Regionali del Tavolo tecnico per la piena applicazione della legge n. 194/78;
Fasce d’età
Nel 2022, la fascia d'età con il tasso di abortività più elevato è stata quella delle donne tra i 25 e i 34 anni, come già osservato negli anni precedenti. Anche se tutte le fasce d'età, eccetto quella delle donne tra i 40 e i 49 anni (che è rimasta stabile), hanno mostrato un aumento del ricorso all'IVG rispetto al 2021, le donne tra i 25 e i 34 anni continuano a rappresentare il gruppo più numeroso.
Per le minorenni (meno di 18 anni), il tasso di abortività è stato di 2,2 per 1.000, in leggero aumento rispetto al 2021 (2,1 per 1.000) e al 2020 (1,9 per 1.000), ma comunque inferiore ai valori registrati in altri Paesi europei con sistemi socio-sanitari simili.
Reddito
Nel 2022, tra le donne che hanno effettuato un'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Italia, il 49,0% risultava occupato, un dato in lieve aumento rispetto al 2021 (47,2%).
Non ci sono dati specifici sulla distribuzione del reddito riportati nella relazione, ma l'occupazione è un indicatore utile per comprendere il contesto socio-economico delle donne che ricorrono all'IVG. La relazione evidenzia comunque una diversificazione nelle caratteristiche demografiche e sociali delle donne, ma non entra nel dettaglio sui livelli di reddito.
Coniugate
Nel 2022, la percentuale di donne coniugate che hanno effettuato un'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è diminuita ulteriormente, rappresentando il 38,7% del totale, mentre il 61,3% delle IVG è stato effettuato da donne nubili.
Questa tendenza riflette un cambiamento demografico generale nella popolazione italiana, con una diminuzione della quota di donne coniugate nella popolazione generale e un calo più marcato nel ricorso all'aborto tra le donne coniugate rispetto ad altre categorie.
La relazione non fornisce dati specifici sulla convivenza delle donne nubili che ricorrono all'IVG. Tuttavia, distingue chiaramente lo stato civile (coniugate, nubili, ecc.) senza ulteriori dettagli sulla situazione relazionale o abitativa delle donne nubili.
Per comprendere se le donne nubili siano in una relazione di convivenza, sarebbero necessari ulteriori dati raccolti tramite questionari più dettagliati o studi specifici che considerino anche il contesto relazionale delle donne. Attualmente, il dato sulle nubili si limita alla loro non appartenenza alla categoria delle donne coniugate, senza approfondire la convivenza.
Tasso di abortività delle donne straniere
Il tasso di abortività tra le donne straniere per il 2022 non è stato calcolato nella relazione, a causa dell'indisponibilità delle stime aggiornate della popolazione straniera residente per cittadinanza ed età. Tuttavia, il dato più recente disponibile risale al 2021, quando era pari a 12,0 IVG per 1.000 donne straniere, oltre due volte il tasso di abortività delle donne italiane nello stesso anno (5,0 per 1.000).
Negli ultimi anni, si è osservata una diminuzione delle IVG tra le donne straniere rispetto al passato, anche se il loro tasso di abortività rimane significativamente più elevato rispetto a quello delle italiane.
Le IVG farmacologiche superano quelle chirurgiche
Nel 2022, per la prima volta in assoluto, le IVG farmacologiche superano quelle chirurgiche effettuate con isterosuzione o raschiamento (52,0% vs. 46,6%), in risposta alla maggiore applicazione da parte delle Regioni di quanto stabilito dalla circolare del 12 agosto 2020 del Ministero della Salute – Aggiornamento delle “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con Mifepristone e prostaglandine”.
Tempi di attesa
I tempi di attesa per eseguire l’intervento risultano in diminuzione, pur persistendo una variabilità fra le Regioni. Si registra un aumento delle IVG entro le prime 8 settimane di gestazione, a seguito dell’aumentato uso della tecnica farmacologica in epoca gestazionale precoce.
Counseling
Nella introduzione il ministro Orazio Schillaci dichiara “indispensabile garantire il continuo miglioramento dell’offerta multiprofessionale dei consultori familiari e facilitare l’accesso a tutte le donne, in particolare a quelle che si sono sottoposte ad una IVG attraverso azioni di sostegno anche di carattere psico-sociale e counseling personalizzati”.
Tuttavia nel testo non è possibile rilevare informazioni dettagliate su tipo di servizio offerto, sul tipo di associazioni coinvolte e sulle eventuali attività di dissuasione.