di Emma Bonino
“L’abrogazione della norma sull'Ilva dal ‘decreto imprese’ è un’altra pagina di vera e propria follia politico-istituzionale. Un Governo che continua a cambiare le carte in tavola e a stracciare gli accordi stipulati cessa di essere un interlocutore affidabile di ArcelorMittal e un rappresentante credibile degli interessi dei lavoratori e dei cittadini di Taranto, il cui destino, sia economico che ambientale, è legato all’attuazione del piano di risanamento che questo voto mette gravemente a rischio. Come ha sostenuto giustamente il segretario della FIM CISL, Marco Bentivogli, l’abrogazione dello scudo penale per l’attuazione del piano di risanamento – che, è bene ricordarlo, non riguarda affatto la violazione delle norme in materia di salute e sicurezza del lavoro – può diventare solo un alibi per il disimpegno di ArcelorMittal e un disincentivo a qualunque investimento produttivo in Italia. In ogni caso questo voto non è solo responsabilità del M5S, che l’ha imposto, ma in misura identica anche delle altre forze di maggioranza che l’hanno subito e accettato"