Di Yuri Guaiana
Straordinaria sentenza della Corte di Giustizia per la quale un bambino e i suoi genitori dello stesso sesso devono essere riconosciuti come una famiglia.
La sentenza difende la libertà di movimento delle famiglie omogenitoriali e dei loro figli nell’Unione Europea e dà sostanza giuridica alle parole che la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen disse nel suo discorso all’unione nel 2020: «chi è genitore in un Paese, è genitore in tutti i Paesi».
Il caso riguarda la piccola Sara, nata nel 2019 in Spagna da due donne di nazionalità bulgara e britannica. Dato che la Bulgaria non riconosce le famiglie arcobaleno, il certificato di nascita spagnolo, con due madri non veniva riconosciuto dalle autorità bulgare che si rifiutavano anche di lasciare un loro certificato. Questo impediva a Sara e alla sua famiglia di spostarsi liberamente nell’Unione Europea e tornare in Bulgaria a visitare i propri parenti.
Questa sentenza è la migliore risposta al populismo e al sovranismo europeo che attaccano il primato del diritto europeo e prendono di mira i diritti umani delle persone LGBTI in Polonia, Ungheria e non solo.
Ma adesso va implementata immediatamente e la Commissione Europea deve varare un nuovo Regolamento che imponga di riconoscere la validità dei documenti di stato civile, rilasciati in qualsiasi Stato membro, ai fini della legislazione nazionale.
Le famiglie arcobaleno hanno diritto di esistere in tutta l’Unione Europea!