Di Valerio Federico
Si è conclusa la raccolta di firme per legalizzare l’eutanasia in Italia. Il risultato è stato inequivocabile, 1 milione e 200 mila cittadini hanno firmato ai tavoli distribuiti in tutto il Paese e online, nei soli mesi estivi, nonostante il silenzio di molti media nazionali e il disinteresse dei partiti e del Vaticano, disinteresse venuto meno, naturalmente, a risultato raggiunto.
+Europa è stato l’unico partito presente in Parlamento a mobilitarsi sistematicamente, sono stati oltre 500 i tavoli presenti in circa 80 comuni/città. +Europa è e resta il presidio per le libertà dei cittadini, sull’eutanasia, sulla cannabis, così come in economia, in Italia e in Europa. +Europa proseguirà ad aiutare il Paese a dare gambe alla sua domanda di libertà, in ogni ambito e per ognuno.
Ora il Parlamento potrà evitare il referendum solo legiferando nel senso del quesito referendario, modificando “i principi ispiratori della disciplina preesistente” o i “contenuti normativi essenziali dei singoli precetti”. Proprio quel Parlamento - rimasto silente per anni alla volontà maggioritaria del Paese, alle sentenze della Consulta che ne hanno chiesto l’intervento, alla travolgente tendenza internazionale che ha portato in 20 anni da zero a 450 milioni le persone che vivono dove forme di aiuto alla morte sono legali – proprio quel Parlamento dovrà occuparsi di legalizzare l’eutanasia oppure di chiamare i cittadini italiani a decidere con un SI’ o con un NO.
Gli italiani potranno finalmente scegliere sulla propria vita fino alla fine, scegliere come e quando morire dignitosamente, la dignità è espressione intimamente individuale e il rispetto nei confronti di ognuno non può essere ricondotto ad una dignità unica e superiore attribuita autoritariamente a tutti. Chiunque si trovi in una condizione di estrema sofferenza deve essere posto nella condizione di scegliere rispetto alla propria concezione di dignità. È profondamente responsabile, quindi solidale, aiutare una persona a dar seguito alla propria volontà ed è intrinsecamente violento imporre scelte sulla vita altrui.
Nello specifico il quesito è finalizzato a indire un referendum popolare nel quale i cittadini sarebbero chiamati a eliminare o confermare la punibilità di chi aiuta un individuo a dar seguito alla sua volontà di morire trovandosi in situazioni irreversibili di immane sofferenza, abrogando parzialmente la norma penale. L’eutanasia attiva sarà così consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato, sul testamento biologico e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza sul caso DJ Fabo/Cappato. La Corte nell’occasione decise che "non è punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili (..)”.