Di Costanza Hermanin
In un periodo in cui la rete è diventata ancor più fondamentale per l’accesso al lavoro e all’istruzione, il via libera di TIM e CDP per completare, tramite un gestore unico partecipato, l’impianto per la fibra ultra veloce sarà benvenuto se rispetterà i principi di concorrenzialità. Questo significa assicurarsi che la società non sia statalizzata, come vorrebbero i Cinque Stelle, ma mantenga una maggioranza di controllo privata, eventualmente con golden shares pubbliche.
È importante che la struttura che verrà data alle società, sia gestori di infrastrutture, sia commerciali, rispetti i principi stabiliti dal nuovo Codice per le telecomunicazioni e soprattutto dell’autorità per la concorrenza italiana ed europea. Rispettare queste regole e favorire gli investimenti privati in un soggetto unico che realizzi l’infrastruttura necessaria per estendere la fibra a livello nazionale è possibile. Ma il MEF deve vigilare affinché si eviti una nuova statalizzazione del gestore, come auspicherebbero invece i Cinque Stelle al MISE.