Di Alessandro Massari
Dal Fondo Monetario Internazionale giunge l'invito alle istituzioni e ai Paesi Ue di fare tutto il possibile per limitare gli effetti distruttivi del Covid sulle economie, prendendo a modello le politiche adottate della BCE.
E’ il segno evidente del diverso approccio con cui le Istituzioni sovranazionali stanno affrontando la crisi attuali, proponendo politiche anticicliche e non più rigoriste, superando i timori fondati su comportamenti passati
La BCE di Mario Draghi ha fatto scuola. Per limitare i danni della crisi simmetrica in atto anche la Commissione, il Consiglio, l'Eurogruppo e il MES hanno cambiato rotta e predisposto le risorse necessarie.
Nonostante ciò in Spagna si ipotizza il ricorso al Recovery fund solo per la quota a fondo perduto, rifiutando i prestiti, mentre in Italia è in corso da mesi una disputa ideologica sull'uso dei fondi del Pandemic crisis support messi a disposizione dal MES, nonostante le clamorose difficoltà in cui versa il sistema sanitario nazionale.
Per questo motivo l'FMI ha invitato a "non ritirare in modo prematuro gli stimoli per evitare il ripetere dell'errore commesso durante la crisi finanziaria globale". Stimoli ancor più necessari ora, perché la pandemia si sta nuovamente "intensificando e la ripresa e' nascente e fragile".
Per l'FMI proprio grazie agli aiuti già erogati si è potuta evitare una recessione molto più grave, evitando di lasciare profonde cicatrici economiche durature sull'economia europea.
Il Governo Conte e, in particolare, il ministro Speranza, dovrebbero fare ammenda degli errori commessi e accedere immediatamente ai fondi MES per contrastare la pandemia e, quindi, la crisi economica conseguente.