di Benedetto Della Vedova
Ieri il Presidente del Consiglio Conte ha ribadito che il Governo non intende presentare una manovra correttiva dei conti pubblici nelle prossime settimane. Certo, in una fase pericolosamente recessiva interventi restrittivi andrebbero evitati. Il punto, però, è un altro: dopo nemmeno due mesi il deficit del 2% previsto nella legge di stabilità per il 2019 sembra già una chimera irraggiungibile. Il Governo potrà resistere alle richieste dell ‘Ue, ma non alle pressioni dei mercati finanziari di fronte a prospettiva di un deficit fuori controllo già per l’anno in corso e alla previsione di misure draconiane per contenere quello del 2020. Lo spread che resta stabilmente sopra i 250 punti è il segnale di un rischio paese ancora consistente e rende l’Italia molto fragile. Conte sta scommettendo su un secondo semestre molto positivo, di cui nessuno, tranne lui, vede un barlume di possibilità.
Di fronte a questo, il Governo non dichiara alcuna strategia per la crescita, promette investimenti e blocca la Tav; estende il fatturato per il regime di favore per le partire Iva ma aumenta il carico fiscale per le imprese: è preoccupato per l’export ma si appresta a bloccare il Ceta; attacca e demonizza l’Ue senza alcuna strategia di alleanze per promuovere nuove regole comuni adatte alla situazione italiana, sull’economia come sui migranti; i grandi temi della riconversione ecologica e della trasformazione digitale dell’industria e della società sono lasciati alle imprese, senza una visione pubblica; formazione, ricerca ed innovazione restano residuali.
In queste condizioni dove in Europa il Pil cala, in Italia crolla.
La strategia nazional populista sull’economia e sui conti pubblici sembra sempre più quella del tanto peggio tanto meglio, volta allo scontro con l’Unione europea cui si cercherà di attribuire una crisi drammatica, tutta cucinata in casa gialloverde in chiave di responsabilità ed omissioni, che arriverà se non nelle prossime settimane nei prossimi mesi.
A partire da questa campagna elettorale per le elezioni europee, il programma di +Europa offrirà una alternativa possibile e praticabile, per un’Italia protagonista in Europa, che non si chiude in un nazionalismo autolesionista e accetti la sfida della competitività con le riforme e il controllo dei conti.