Comunicato di Riccardo Magi
Giuseppe Conte oggi mi accusa di piantare bandierine identitarie sulla cittadinanza. L’unica bandierina che vedo è quella di chi, come Conte, dopo aver raddoppiato i tempi per la procedura di richiesta di cittadinanza quando era a Palazzo Chigi, oggi senza avere i numeri in parlamento propone la riforma che non ha fatto quando li aveva. È importante onorare sempre il confronto parlamentare anche se, dopo gli innumerevoli tentativi e dopo decenni che si attende una riforma della legge vigente, indicare il parlamento equivale a non fare nulla di concreto, visto che i numeri non ci sono.
La libertà di coscienza al referendum era l’alibi perfetto per continuare a non fare nulla sul tema cittadinanza mentre migliaia di persone, e tra loro tantissime con background migratorio, si sono mobilitate portando al centro del dibattito un tema che era stato rimosso da anni dai governi di tutti i colori politici. Tutto questo dovrebbe essere tema di riflessione all’interno del fronte progressista.
A Tajani, che in modo pavloviano parla di cittadinanza solo quando altri ne parlano, chiediamo quando inizierà la discussione del suo ius scholae e in cosa sarebbe migliorativo rispetto alla norma attuale, perché davvero ancora non è chiaro. Per il momento lo ius scholae è ius niente.