di Carmelo Palma
L’approvazione dell’emendamento che stanzia un finanziamento di altri 3 milioni per Radio Radicale e le divisioni nella maggioranza su questa decisione dimostrano due cose.
In primo luogo confermano che il credito dell’emittente e il riconoscimento della qualità civile del suo lavoro sono ampi e trasversali in quelle istituzioni che Radio Radicale ha servito, con fedeltà e onore, più di molti rappresentanti del popolo e della generalità degli organi di informazione, servizio pubblico della Rai compreso.
In secondo luogo, la “rivolta” del M5S dimostra che tra il modello di informazione e di trasparenza di Rousseau e quello di Radio Radicale c’è una differenza abissale, quella tra uno strumento di condizionamento e tra un mezzo di conoscenza aperto, accessibile e onesto.