Di Carmelo Palma
Il dibattito sulla prescrizione nella compagine di governo è evidentemente incamminato nella direzione sbagliata, perché il problema, in termini di diritto, non è quello di trovare una 'mediazione' tra le forze di maggioranza a spese dei diritti degli imputati, ma quello di ripristinare il principio costituzionale del giusto processo violato platealmente dalla riforma Bonafede.
Dalla maggioranza nel suo complesso o dall’esecutivo non arriverà alcuna soluzione, che potrà invece venire solo da proposte parlamentari cui anche esponenti o partiti di maggioranza decideranno di aderire.
Un’occasione utile sarà la discussione del disegno di legge di conversione del decreto milleproroghe, a cui il deputato di +Europa Riccardo Magi ha presentato alcuni emendamenti, volti rispettivamente a sospendere l’applicazione del blocco della prescrizione entrato in vigore il 1 gennaio, a cancellare la norma e a sostituirla, come ha dichiarato di volere il PD, con una forma di limitata sospensione dei termini di prescrizione nel giudizio di appello e in quello di legittimità (in analogia con la disciplina prevista dalla cosiddetta “riforma Orlando”). Nel PD e in Italia Viva chi vuole uscire dall'impasse ha tutte le possibilità di farlo, ma deve evidentemente votare contro il parere di Bonafede.