Di Benedetto Della Vedova e Angelo Bonelli
Il Governo e la maggioranza annunciano di voler portare alle urne gli italiani negli ultimi giorni d’estate. Prima di ogni altra considerazione, denunciamo che ciò comporterebbe una raccolta di firme per la presentazione delle Liste che saranno a ciò tenute, e che la raccolta e certificazione cartacea delle sottoscrizioni impone comportamenti incompatibili con le prescrizioni volte alla prevenzione del contagio da Coronavirus. Le liste e le firme andrebbero depositate attorno a ferragosto ed in questi giorni avrebbe il via una campagna elettorale squilibrata. Il fatto che siano previste le preferenze indurrà i candidati a ricercare occasioni di contatto ravvicinato con il maggior numero di persone possibile, per massimizzare il voto di preferenza. La legge vieta assembramenti e quindi come potremo organizzare la raccolta firme per la presentazione delle liste? Chi autenticherà le firme considerato che cancellieri e notai non saranno certamente disponibili a violare la legge?
I partiti in parlamento ritengono le elezioni un affare loro, perché hanno il diritto di esenzione dalla raccolta delle firme. Invitiamo governo e maggioranza a riconsiderare la loro proposta e quantomeno a estendere il diritto di esenzione. E’ abbastanza chiaro che la procedura che si sta avviando non è rispettosa dei diritti dell’elettorato attivo e passivo e non vorremmo impugnare i decreti di convocazione dei comizi elettorali delle Regioni. Accorpare il voto referendario a quello amministrativo impedirà nei pochi giorni di campagna estiva di poter richiamare l’attenzione degli elettori sulla reale portata di un riforma Costituzionale che non si riduce a un mero taglio lineare degli eletti, ma stravolge gli attuali equilibri costituzionali. Per queste ragioni denunciamo la superficialità con cui il Governo sta affrontando la questione.