di Giordano Masini
Il vaccino contro il virus SARS-CoV-2 è stato approvato anche dall’EMA e dall’AIFA, quindi il 27 dicembre potranno davvero partire le prime vaccinazioni anche in Italia. È il risultato straordinario di una “competizione cooperativa” tra aziende farmaceutiche, governi e istituti di ricerca, durata esattamente un anno, un anno in cui le conoscenze sono state messe in rete e ogni gruppo di ricerca ha potuto beneficiare dei dati degli altri gruppi di ricerca di tutto il mondo. Fino a pochi anni fa tutto questo sarebbe stato letteralmente impensabile. Una grande cooperazione globale tra scienziati ma anche una grande cooperazione globale tra la scienza e tutti noi: ognuno di noi infatti è stato ed è tuttora parte di uno sforzo collettivo senza precedenti nella storia dell’umanità, finalizzato a debellare un pericolo per le nostre vite e per le vite delle persone a noi care.
Uno sforzo che ha messo in luce anche i tanti problemi, in particolare in Italia, dei sistemi politici e sociali, evidenziando contraddizioni, limiti e inadeguatezze che siamo da subito chiamati ad affrontare.
Oggi non dobbiamo fare, per un eccesso di fretta o di comprensibile speranza, l’errore di pensare che l’arrivo del vaccino sia la soluzione definitiva. Non ci saranno subito dosi per tutti, organizzare una campagna di vaccinazioni su così ampia scala sarà un’impresa lunga e complessa, che si scontrerà con le inefficienze croniche della nostra pubblica amministrazione. Non dobbiamo abbassare la guardia e la soglia di attenzione ai nostri comportamenti che continueranno a essere una parte essenziale della lotta al Covid-19 ancora per molto tempo.
Piuttosto, anche sui vaccini dobbiamo fare la nostra parte, e questo significa vaccinarsi quando sarà arrivato il nostro turno. Come ha detto Emma Bonino, servirà al tempo stesso fiducia e pazienza, determinazione e consapevolezza della posta in gioco: il bene di tutti noi. Per questo, quando sarà il mio turno, #iomivaccino. Fatelo anche voi.