Di Corrado Cortese e Giorgio Pasetto
C'è uno spot che racconta una storia di coraggio, identità ed espressione, la storia di Francesca che affronta le avversità di un cambio di genere pur di essere se stessa.La reazione di Elena Donazzan allo spot pubblicitario di Diesel “Francesca” deve preoccupare, e non poco.Siamo di fronte alla Responsabile delle politiche per le pari opportunità della Regione
Veneto, cioè uno dei territori più avanzati d'Europa: è inaccettabile che chi ha questa responsabilità si scandalizzi e si scagli con violenza contro uno spot, realizzato per il Pride 2020, che parla di transessualismo e del processo che porta un individuo a una nuova vita. Meno male che chi ha prodotto lo spot è la Diesel, un'azienda veneta fiore all'occhiello dell'industria della nostra regione: vuol dire che la nostra società è più aperta, moderna e coraggiosa di chi ne amministra e rappresenta le istituzioni.
Con una battuta, potremmo dire che sarebbe meglio invertire i ruoli, mandare cioè la Donazzan a un corso di marketing e comunicazione e affidare la responsabilità alle pari opportunità a Renzo Rosso, titolare di Diesel.
C'è da rabbrividire nel leggere le espressioni usate dalla Donazzan sulla sua pagina facebook: si permette di definire il messaggio dello spot “inquietante pericoloso violento volgare”, definisce il processo farmacologico che consente il cambiamento di sesso come un'aberrazione dietro la quale c'è solo “il demonio”, e infine, nel tentativo ridicolo di apparire un po' meno oscurantista, parla dell'omosessualità come di una “scelta intima”.
Siamo alle solite, tutto si può fare, ma nascondendosi, per non turbare il sonno della ragione di persone come la Donazzan.
Per lei la pubblicità deve servire solo a vendere e non può essere un messaggio sociale:
peccato che quotidianamente manifesti e spot televisivi il messaggio sociale lo contengano, eccome, quello ad esempio della figura femminile proposta come oggetto sessuale.
Ma questo all'Assessore Donazzan non interessa, perché le pari opportunità per lei devono essere quelle della sua cultura reazionaria e sessista.
+Europa Veneto è, e sarà sempre schierata con la comunità LGBT, difendendone non solo i diritti civili ma anche quelli della libera espressione: ben vengano gli imprenditori illuminati che hanno il coraggio di legare l'immagine del proprio prodotto a queste battaglie di progresso che si vincono quando diventano condivise con la propria comunità.