Di Piercamillo Falasca
Il 27 gennaio si terrà l’incontro tra governo e sindacati al ministero del Lavoro. Tema: riforma delle pensioni, in realtà un tentativo di smantellare gli equilibri del sistema previdenziale, assalto alla diligenza e furto ai danni dei lavoratori più giovani.
La proposta di Cgil-Cisl-Uil (in pensione a 62 anni con 20 anni di contributo ma senza ricalcolo contributivo) costerebbe circa 20 miliardi e manderebbe in pensione persone che potrebbero invece essere ancora attivi. Anche molto utilmente attivi, magari con riorganizzazioni del lavoro che spostino i più anziani verso funzioni di tutoraggio dei nuovi assunti o comunque fuori da mansioni usuranti.
Mobilitare su questi temi è complesso, perché non appaiono “sexy”. Eppure questo tentativo dei sindacati di caricare le future generazioni di ulteriori costi è intollerabile, pericoloso, inaccettabile. Qualcosa bisogna fare, per opporsi.
Dovremmo fare il possibile e l’impossibile per sensibilizzare milioni e milioni di lavoratori, la cui pensione futura è messa a rischio dal tentativo di dare un ulteriore regalo generalizzato (senza distinguere tra chi ha davvero bisogno e chi no!) a una generazione tutto sommato già fortunata come gli attuali sessantenni.
Se serve, lunedì ci vado a manifestare anche da solo di fronte al Ministero del Lavoro.