Di Carlotta E. Osti
Il problema della “mascolinità tossica” è assente dai discorsi politici. Come Prime Donne ci siamo chieste il perché, parlandone con la ricercatrice Giorgia Serughetti.
Affinché il tema, invece rientri nell’ambito politico, è necessario modificare il pensiero dominante sul ruolo delle donne: donna = vittima.
A livello istituzionale troviamo grandi difficoltà ad abbandonare il concetto di vittimologia quando trattiamo di violenza. C’è la necessità di affrontare il tema in modo da ridare protagonismo alle donne, trattarle come persone in grado di riprendere in mano la propria vita, istituendo un programma di empowerment femminile, che riconosca la soggettività delle donne vittime di violenza e l’importanza del ruolo svolto dai centri antiviolenza. Gli aiuti assistenziali, infatti, limitano gli utenti a semplici casi.
La tendenza politica è quella di intervenire in senso penalistico, la repressione è il modo più rapido e facile per mostrare la volontà di punire. In questo modo non vengono promossi gli strumenti efficaci per la protezione delle donne, per l'empowerment e per un futuro inserimento lavorativo al fine di rompere i legami di dipendenza che le donne spesso subiscono. Inoltre si evita di riconoscere la violenza strutturale presente nella nostra società, fattore che fa sì che la popolazione femminile non venga protetta. Non esiste prevenzione alla violenza, perché ovviamente, intervenendo in senso penalistico, qualsiasi tipo di violenza deve essere prima commessa.
Di che cosa abbiamo bisogno?
Si deve creare una struttura che educhi e cambi la concezione sul genere presente nella nostra società e l’approccio con cui affrontiamo la violenza. Istituire un programma di formazione a livello scolastico, nelle forze dell’ordine e nella magistratura, oltre a formare chi si occupa in prima persona delle donne che escono da situazioni di violenza psicologica e fisica. Bisogna dare vita a una rete di supporto, anche materiale, in modo da rompere i legami di dipendenza ed evitare che le donne vittime di violenza tornino in situazioni analoghe a quelle che sono riuscite ad abbandonare.
Rompiamo il cerchio della violenza #BreakTheCycle