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Nessuna giustificazione o vittimismo: responsabilizziamo gli aggressori

Di Carlotta E. Osti

Abbiamo parlato con Alessandra Pauncz, presidente del centro d’ascolto uomini maltrattanti (CAM) di Firenze, in quanto quando trattiamo di violenza è necessario che gli aggressori riconoscano la responsabilità delle proprie azioni.

In Italia, il CAM nato nel 2009, è il primo centro rivolto agli autori di violenza. Ad oggi sono presenti 69 centri e punti d’ascolto su tutto il territorio. Il lavoro mira alla sicurezza delle donne e delle famiglie, facendo in modo che gli aggressori riconoscano la RESPONSABILITA' delle proprie azioni, andando così contro a giustificazioni e vittimismo.
La modalità di accesso a questi centri può essere su base volontaria, richiesto dai servizi sociali o da centri antiviolenza. In certi casi è spinto dalla partner stessa, dalla forza giudiziaria o dalla polizia.
Ultimo progetto realizzato è il Protocollo Zeus, che dal 2018 ha avviato una stretta collaborazione fra questure e centri per maltrattanti, con lo scopo di bloccare le recidive degli episodi di violenza sul nascere.

Il Consiglio d’Europa ha adottato nel 2011 la ‘Convenzione di Istanbul’, un quadro normativo sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. In Italia entra in vigore nel 2014.
L’articolo 16 della convenzione si riferisce ai programmi di intervento di carattere preventivo e di trattamento. Questo stabilisce la necessità di “istituire o sostenere programmi rivolti agli autori di atti di violenza domestica, per incoraggiarli ad adottare comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali, al fine di prevenire nuove violenze e modificare i modelli comportamentali violenti.

E’ importante sottolineare come la violenza non sia dettata dal ceto sociale o dalla povertà, ma è invece dettata da radici culturali profonde, basate su asimmetrie di potere ancora derivanti dalle radici patriarcali.

Rompiamo il cerchio della violenza #BreakTheCycle

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