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Migranti, più che "durezza e inflessibilità" servirebbero "serietà e misura"

di Giordano Masini

La questione degli sbarchi di profughi o di immigrati irregolari è solo uno dei tanti aspetti che vanno monitorati con attenzione durante questa fase delicata dell’emergenza pandemica, in cui si assiste in tutta Europa a una nuova risalita dei contagi.

Bisogna fare attenzione agli ingressi dall’estero, come ai movimenti interni e agli affollamenti nelle aree a maggiore vocazione turistica, ma non ci sono situazioni che meritano “durezza e inflessibilità”, per usare i termini scelti oggi da Conte, e altre che meritano invece distrazione e indulgenza.

Per tutte, piuttosto, c’è bisogno di serietà e senso della misura, anche nell’uso delle parole. Lasciare intendere che alcune categorie di persone meritano un trattamento speciale e più duro degli altri è molto grave, soprattutto quando sappiamo che invece, paradossalmente, gli immigrati e i profughi che arrivano via mare sono gli unici a cui viene fatto il tampone e a cui viene imposta la quarantena, a differenza di tutti gli altri viaggiatori che entrano ogni giorno in Italia, per turismo o per lavoro.

Dal Presidente del Consiglio, anche per il rispetto dovuto a chi, dagli amministratori locali alle Asl, si confronta con questi problemi ogni giorno sul territorio, ci saremmo aspettati più senso di responsabilità e meno benzina sul fuoco.

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