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Meloni grida alla legalità ma poi viola la legge italiana

Intervista di Riccardo Magi a Il Riformista

Il deputato Riccardo Magi, Presidente di +Europa, è stato il primo parlamentare italiano a partecipare a una missione di salvataggio in mare: quando si imbarcò sulla Open Arms al Governo c'era Gentiloni e Minniti era agli Interni. Poi è salito anche sulla nave Diciotti e sulla Sea Watch di Carola Rackete. Oggi denuncia: "Il decreto Piantedosi-Salvini-Crosetto è illegale perché non contrasta con la normativa nazionale".

Onorevole Magi qual è il problema del decreto interministeriale del Governo a firma Piantedosi, Crosetto e Salvini?

Tutti si stanno concentrando sul suo contrasto col diritto internazionale: e questo è giusto. Ma quello che non viene sufficientemente sottolineato è che questo atto amministrativo è in contrasto con la stessa legge italiana, ossia il Testo unico sull’immigrazione. Esso recita in maniera molto chiara: "Lo straniero rintracciato in occasione dell'attraversamento irregolare della frontiera interna o esterna ovvero giunto nel territorio nazionale seguito di operazioni di salvataggio in mare è condotto per le esigenze di soccorso e di prima assistenza presso appositi punti di crisi allestiti nell'ambito delle strutture (...) Presso i medesimi punti di crisi sono altresì effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico". Si tratta di una condotta imposta dalla legge italiana e non può essere superata da un atto amministrativo.

Quindi dov'è lo scandalo?

E' che questo Governo, che ripete in maniera quasi ossessiva la parola "legalità" tra norma anti-rave e politiche migratorie, è il primo a non rispettare la norma italiana. Altra questione molto grave evidenziata nel decreto interministeriale è che da parte delle ong non ci sarebbe stato un coordinamento e scambio di informazioni con le autorità italiane. Quando ero sulle navi delle ong invece rimasi molto colpito dal fatto che comunicavano ogni ora con le autorità italiane in merito alle operazioni. Il problema, semmai, è che dal 2017, dall'anno del Memorandum Italia Libia, sono le autorità italiane a non rispondere più. E poi ultima cosa: la portata di questi salvataggi rappresenta solo il 15% degli arrivi. Gli altri, la maggior parte, arrivano in maniera autonoma con dei barchini o vengono salvati dalla guardia costiera o di finanza. Quindi tutta questa azione del Governo è pura propaganda.

Le ragioni?

C'è un approccio ideologico e volto a mettere in scena un braccio di ferro con l'Europa, a creare una situazione di stallo. Ovviamente tale scenario è controproducente per il Governo che ne pagherà le conseguenze.

Perché?

E' evidente che le persone che sono rimaste sulla nave, dopo quella discrezionale cernita fatta con criteri fantasiosi, non ripartiranno assolutamente a bordo di quella nave. I comandanti sanno che dalla loro parte hanno il diritto italiano e quello internazionale, così come le sentenze sul caso Rackete che non lasciano dubbi. Inoltre, cinque giorni fa, il Governo aveva incassato la disponibilità da parte della Germania e della Francia a condividere l'accoglienza di parte dei migranti. Sarebbe stata anche una soluzione politica sulla base della quale ripartire da un punto di vista dei negoziati a livello europeo per ottenere un meccanismo di redistribuzione e solidarietà un pò più stabile.

Da destra si dice sempre che l'Italia è lasciata sola ad affrontare la questione migratoria.

Questo lo si sostiene evidentemente senza leggere i dati, per alimentare anche una inutile e dannosa propaganda. Nel 2021 si sono registrati in Italia 144.862 rifugiati: i richiedenti asilo sono stati 53.610. In Francia i rifugiati erano 499.914: i richiedenti asilo 120.685. In Germania i rifugiati erano 1.255.694: i richiedenti asilo 190.545. E poi vorrei ricordare che nel momento in cui siamo stati più vicini a modificare il regolamento di Dublino alla fine del 2017, ad opporsi sono stati i Paesi di Visegrad, ossia gli alleati dell'attuale Governo italiano.

Il Ministro della Giustizia Nordio ha detto: " La selezione dei migranti non è fatta in base ai loro interessi ma a quelli degli scafisti che li portano. I poveri tra i poveri, vecchi, malati, moribondi, rimangono lì".

Queste parole sono sconcertanti, soprattutto se pronunciate da un giurista che sostiene di essere un liberale. Vede, c'era una vecchia regola anche dal sapore liberale, una regola virtuosa nella formazione dei Governi, ossia di non far fare mai il Ministro dell'Interno ad un prefetto e quello della Giustizia a un magistrato.

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  • Pasquale Di Pace
    published this page in News 2022-11-08 11:26:01 +0100