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Mattarella e quell'idea di Costituzione europea

Di Martina Scaccabarozzi 

Lo scorso 5 settembre, al forum imprenditoriale Ambrosetti, il Presidente Mattarella, proprio in chiusura del suo discorso di introduzione ad una giornata di lavori, ha fatto un augurio speciale per il "futuro dell'Europa": "l’Unione uscirà da questo periodo - altrimenti fosco e confuso – con basi più solide, con maggiore capacità di soddisfare le esigenze dei propri cittadini e con più ampia influenza al livello internazionale".

Il Presidente ha anche rilanciato l'idea di Costituzione europea come fondamento istituzionale dei rapporti fra stati nel superamento del Trattato di Lisbona, che definisce un "ripiegamento", ossia un retrocedere rispetto alle potenzialità di un'Unione suggellata da un Patto fondativo legittimato dai suoi cittadini.

Ancora una volta grazie al nostro Presidente, sempre attento alle questioni politiche più significative.

Di seguito un estratto del discorso del Presidente della Repubblica:

"Ai Paesi membri viene offerta una possibilità unica – forse irripetibile – di disporre di risorse consistenti per compiere riforme strutturali in grado non soltanto di garantire l’uscita dalla crisi, ma soprattutto di assicurare prosperità e benessere per le nuove generazioni, con un nuovo modello di crescita più sostenibile.

Non a caso il piano di rilancio è chiamato piano Generazione Futura UE, perché l’obiettivo vuole - e deve - essere quello di tracciare un orizzonte sostenibile per le giovani generazioni.

La crisi obbliga, oggi, sia al livello nazionale sia al livello comunitario, a far ricorso massicciamente al debito. Un debito che inciderà su coloro che ci seguiranno nel tempo.

Non dobbiamo compromettere, con scelte errate, la speranza, per chi verrà, di accesso a condizioni sociali ed economiche se non migliori quanto meno pari a quelle di cui noi abbiamo usufruito.

Le prossime generazioni guarderanno in modo critico al periodo che stiamo vivendo. Chiederanno come sono state destinate e amministrate somme così ingenti e, nel caso di inattività o scarsa efficacia della nostra azione, si domanderanno perché una generazione che ha potuto godere, per un periodo così lungo, di circostanze favorevoli non sia, invece, riuscita a realizzare infrastrutture essenziali per la crescita e riforme necessarie per l’efficienza del sistema sociale ed economico, accrescendo solo la massa di debito.

Condizioni così propizie agli investimenti come quelle attuali - si pensi ai tassi di interesse - sono difficilmente ripetibili.

Se agiremo con assennatezza l’Unione Europea uscirà da questo periodo - altrimenti fosco e confuso – con basi più solide, con maggiore capacità di soddisfare le esigenze dei propri cittadini e con più ampia influenza al livello internazionale.

Servirà anche a porre condizioni di maggiore coesione ed equilibrio per un positivo sviluppo e per il successo della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Questi aspetti, queste decisioni, accrescono, quindi, l’attesa e, allo stesso tempo, contribuiscono al decollo della Conferenza stessa.

Ancora di recente il presidente dell’Assemblea di Strasburgo, David Sassoli, ha messo in rilievo l’importanza di questo appuntamento per diminuire la distanza tra cittadini e istituzioni dell’Unione.

Conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati, equivale a realizzare buona parte di quei progressi sulla via della sempre maggiore integrazione che appaiono indispensabili per una Unione Europea che divenga sempre più efficace nella sua azione.

Potremo così superare quella pagina infausta costituita dalla rinuncia al progetto definito di Costituzione europea e il “ripiegamento” sul Trattato di Lisbona, aprendo, con coraggio, la strada a quella revisione dei Trattati che, da troppo tempo, rappresenta un vero tabù per tante Cancellerie europee".

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