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Magi: “Dalla vicenda Marino solo una gogna giustizialista e mediatica e nessuna soluzione per Roma”

di Riccardo Magi

“Il Partito democratico smetta di giocare alla playstation con il Comune di? Roma?. Finalmente ??Marino?, come chiedevamo dal primo minuto di questa crisi, vuole riportare il dibattito nelle sedi istituzionali. Ora basta personalismi. Alla Città non servono eroi ma riforme urgenti. Solo su questo abbiamo sempre giudicato il Sindaco e la Giunta e continueremo a farlo, se sarà ancora possibile, in Aula”.
Così scrivevo su Facebook due giorni prima che la Giunta Marino cadesse. Quel dibattito in Aula Giulio Cesare non ci fu mai, e si privò così la città di un momento di trasparenza e responsabilità politica nei riguardi dei cittadini. Un confronto che doveva avvenire pubblicamente in Consiglio comunale, cioè nella sede istituzionale che rappresenta la comunità cittadina e che stava vivendo e continua tuttora a vivere uno svilimento continuo delle proprie funzioni e del proprio ruolo.
Ci fu invece un appuntamento dal notaio, a cui fui invitato ma, ovviamente, non andai.

Ho vissuto da vicino quegli anni. Da consigliere comunale radicale eletto nella Lista Marino, ho avuto scontri durissimi con molti della stessa maggioranza per aver denunciato alcune prassi politiche devastanti, prima che queste diventassero anche oggetto dell’attenzione della magistratura, e per alcune proposte considerate troppo riformatrici.
In alcuni fasi, nell’isolamento totale, mi sono trovato a difendere il sindaco Ignazio Marino dal suo partito. In altre l’ho criticato duramente perché troppo “ostaggio” di alcune dinamiche di quel partito e per questo ci siamo anche scontrati.
Sono stati sempre scontri pubblici, condotti a viso aperto, che mettevano in luce problemi cronici della nostra città e servivano a proporre soluzioni su cui discutere.

Il conflitto tra il PD e Ignazio Marino non aveva una dimensione politica e purtroppo ha aggravato la paralisi amministrativa della Capitale, sprecando una rara occasione di riforma e di alternativa che quella esperienza avrebbe potuto esprimere.

La gogna mediatica, giustizialista subita da Marino, oltre che nauseare, ha prodotto un esito politico amministrativo destinato a subire e, con ogni probabilità, a soccombere alla stessa gogna.
Oggi Ignazio Marino ottiene giustizia, sebbene amara. Resta però la ferita per il metodo antidemocratico con cui si è messo fine alla sua amministrazione.
Nessun confronto serio è stato mai aperto sui gravi problemi che oggi come allora continuano ad attanagliare Roma, né sulle difficili, ma possibili soluzioni da costruire.
È ora di iniziare a farlo. Noi ci siamo, oggi come allora.

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