Di Riccardo Magi
“Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro. Le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».
Questa è la legge presentata da Giorgia Meloni e Mara Carfagna che vuole rendere reato in Italia la gestazione per altri anche se avvenuta in Paese in cui è già legale.
Il testo base è stato approvato ieri dalla Commissione Giustizia alla Camera.
Lo diciamo subito: è solo propaganda.
Il testo è privo di ogni fondamento giuridico e non fa i conti con il diritto internazionale e questo basta a renderlo inapplicabile.
Quello che invece ci inquieta è il pensiero di fondo.
Incriminare i genitori, tanto eterosessuali quanto omosessuali, renderebbe più felici le vite dei bambini nati? NO.
Sarebbe civile un Paese che per effetto di questa legge separasse i bambini appena nati dai loro genitori? NO.
È “dalla parte delle donne” una legge che non le ritiene neppure in grado di decidere liberamente come disporre del proprio corpo e del proprio utero? NO.
Purtroppo questo è solo l’antipasto di cosa accadrebbe nel nostro Paese se fosse governato da questa destra.
Cosa proponiamo noi? Che questa pratica sia regolamentata nell’interesse e nella tutela di tutti: dei bambini nati, delle famiglie e delle gestanti coinvolte. Abbiamo, con altri colleghi, presentato un disegno di legge che va nella direzione della legalità e dell’autodeterminazione delle donne.