Di Valerio Federico
Il progetto del Sindaco Gualtieri di realizzare per Roma un termovalorizzatore va sostenuto, difficile comprendere invece il significato del proposito del primo cittadino: “realizzeremo un termovalorizzatore a completo controllo pubblico”.
La realizzazione di un termovalorizzatore a Roma è una buona notizia, tale impianto serve per
(i) sostituire il ricorso alle discariche ottenendo un impatto ambientale drasticamente inferiore
(ii) azzerare o ridurre il trasferimento dei rifiuti all’estero o verso altre regioni italiane
(iii) affrontare il problema dei rifiuti che si accumulano in città.
Non vi è dubbio che il riciclo sia la soluzione più ecologica ma non tutti i rifiuti possono essere riciclati e incenerire questi ultimi, così come gli stessi scarti del riciclo, è necessario.
Inoltre la raccolta differenziata a Roma è in linea con i comuni italiani di oltre 200 mila abitanti e se l’obiettivo di incrementarla è corretto non sarebbe comunque sufficiente a risolvere il problema.
I termovalorizzatori moderni, va ricordato, rispettano gli standard di emissione richiesti e, soprattutto, permettono di utilizzare i rifiuti per generare energia elettrica o termica, riducendo emissioni dalla produzione di energia.
Un qualunque servizio pubblico va garantito e assicurato con attenzione ai costi, all’efficienza e alla qualità resa, per questo la funzione pubblica di controllo è centrale ma non va confusa né con la funzione di gestione diretto del servizio, che va assegnata tramite gara per individuare la soluzione migliore per i cittadini, né con quella del proprietario dell’infrastruttura. Se è dunque opportuno e previsto per legge che si dia seguito a una gara per la realizzazione del termovalorizzatore, che il gestore debba essere AMA SpA, società in house (100% pubblica, alla quale i servizi sono stati dunque affidati senza gara), “storicamente” inefficiente, non dovrebbe essere per nulla scontato.
Il contratto di servizio di AMA scade a fine mese, sarebbe una straordinaria occasione per mettere a gara i servizi ad essa affidati, chiudendo una disastrosa stagione segnata da gestioni inefficienti condite da debiti enormi, da costi di produzione e per il personale fuori mercato, da trasferimenti aggiuntivi a carico del bilancio comunale (e dunque dei contribuenti) e da un fallimentare sistema di controlli interni, come certificato più volte dalla Corte dei Conti.
Oltre un anno fa, dopo 4 anni e mezzo di amministrazione Raggi, fu riscontrato un buco di bilancio. 6 mesi fa si scoprì che il sistema di tracciamento dei mezzi AMA è rimasto spento per 5 anni, con conseguenti utilizzi illegittimi. In merito alla qualità del servizio reso negli scorsi anni, stendere un velo pietoso è l'unica strada, così come per la consorella ATAC.
È importante ricordare che anche con la gara per affidare i servizi AMA sarebbe possibile prevedere misure utili (cosiddette "clausole sociali") a ridurre l’impatto occupazionale, anche grazie a una gestione più efficiente. Il ricorso al mercato e la sostenibilità ambientale ed economica possono, indiscutibilmente, andare nella stessa direzione.