Di Riccardo Magi
Le interviste sulla tv italiana di Lavrov e Solovyev andate in onda sono il confine superato della decenza.
Se fosse “pluralismo” accanto alle loro voci ci sarebbero state quelle dei giornalisti e degli attivisti imprigionati dal regime di Putin.
Se fosse “giornalismo” ci sarebbero state domande con numeri alla mano e fatti che da soli smentiscono tutto quello che gli amici di Putin hanno detto.
Qui non si tratta di “dovere di cronaca” e neppure di “libertà di stampa”. È solo propaganda russa ed è inaccettabile.