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Il campo largo dei Dem è più aritmetica che politica. Noi vogliamo creare un progetto autonomo

Intervista di Emma Bonino al Corriere Della Sera

Emma Bonino, visti gli esiti dei referendum pensa che questo istituto sia arrivato al capolinea?

La morte del referendum è stata decretata più volte, ma poi si crea sempre un’occasione, magari imprevista, e gli elettori tornano ad appropriarsene.

E' stato il tecnicismo dei quesiti referendari che non ha portato la gente al voto?

Non c’è stata una campagna politica, una discussione complessiva sul tema giustizia come fu ai tempi di Tortora e del Referendum sulla responsabilità dei magistrati. Salvini che li aveva promossi alla fine è sparito. Comunque, ci fossero stati i due referendum che +Europa aveva co-promosso, cannabis ed eutanasia, avremmo visto un altro film.

E’ soddisfatta del risultato di +Europa alle amministrative?

Molto. Penso al risultato di Palermo, dove Fabrizio Ferrandelli, che è Presidente della Assemblea di +Europa, ha riscosso un successo straordinario con il 14% come candidato sindaco e portando la lista della federazione +Europa/Azione oltre l'8%: sopra il M5S. Poi i risultati dell'Aquila o di Alessandria. Abbiamo dimostrato, fuori dalle coalizioni, che la scommessa della federazione con Azione per dare vita a un progetto politico ed elettorale europeista, liberaldemocratico e riformista, si può vincere. Abbiamo le idee e le persone per farlo.

Cosa pensa di fare con questo patrimonio di voti? E’ favorevole al campo largo di Letta?

Letta è certamente un europeista e sulla crisi ucraina ha tenuto posizioni per me molto positive, ma il suo campo largo sembra ispirarsi all’aritmetica più che alla politica: sommare tutto quel che c’è per battere gli altri. E se il punto di partenza resta l’alleanza intangibile con il M5S, di Conte, Grillo o magari di Di Battista, non c’è chiarezza, non c’è alcun racconto nuovo. Per questo noi stiamo facendo altro, un progetto autonomo.

Un campo largo alternativo?

Il nostro campo in partenza sarà più o meno largo, ma è chiaro: guardiamo ai liberali europei, che probabilmente formeranno un’unica famiglia politica in Ue con Macron. Poi siamo alternativi ai sovranisti e ai populisti. Aggiungo che sosteniamo Draghi con convinzione. Con Calenda abbiamo scelto la federazione, unendo in un’unica prospettiva elettorale soggetti che restano distinti: lavorandoci bene vedo che comincia a funzionare, e cresceremo.

Ci sarebbe dentro anche Renzi?

Ho criticato alcune sue frequentazioni internazionali, ma non personalizzo. Vedremo se sarà possibile lavorare insieme. Per la cronaca, avevamo chiesto a Italia Viva di unirsi con noi con Ferrandelli, ma hanno scelto diversamente.

Pensa che il Pd si convincerà mai a staccarsi dai Cinque stelle? Secondo Carlo Calenda quella tra Pd e M5s è una saldatura ormai irreversibile…

Non so se sia irreversibile, penso sia sbagliata. E Conte in difficoltà potrebbe scegliere di scartare, di andare da solo.

Come legge il dato dell’astensionismo molto elevato anche alle amministrative?

Votare è un diritto, non un obbligo, ma mi dispiace. Anche in Francia i votanti sono in calo: dobbiamo avere dibattiti politici meno introvertiti e ricordare a tutti che se loro non si occupano di politica, la politica si occuperà comunque di loro. Io vedo che le nostre battaglie sui diritti e il federalismo europeo, comunque, coinvolgono i più giovani.

E’ favorevole ad una riforma elettorale in termini proporzionali?

Questa legge elettorale ha dato cattiva prova, ma non penso si cambierà.

Ed è favorevole al ripristino delle preferenze?

Penso che un ritorno alle preferenze darebbe solo l’illusione di avvicinare eletto ed elettore, favorendo invece cordate e potentati. Meglio i collegi, uninominali o plurinominali.

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  • Pasquale Di Pace
    published this page in News 2022-06-16 10:45:07 +0200