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Il family planning come risposta alla bomba demografica e al cambiamento climatico

di Michele Usuelli

Ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 214 milioni di donne di paesi poveri e ad alta fertilità rimangono incinte senza desiderarlo, non avendo accesso alla medicina contraccettiva, pur conoscendone l’esistenza.

L’inaccessibilità agli strumenti di family planning contribuisce ad allargare il perimetro di questa barbarica violazione dei diritti umani, aumentando il rischio di aborto clandestino, di mortalità materno-neonatale e portando ad una crescita insostenibile della popolazione mondiale.

La riduzione del tasso di fertilità nei paesi a risorse limitate tramite l’aumento della prevalenza contraccettiva, intesa come la distribuzione della totalità dei presidi contraccettivi, è la chiave per disinnescare la bomba demografica.

Gli strumenti per raggiungere questo fondamentale obiettivo intergenerazionale sono già conosciuti e parzialmente praticati tramite l’implementazione di strategie comuni che vanno ad incidere sul dividendo demografico: per quanto un paese aumenti il suo PIL, non migliorerà mai la qualità di vita dei suoi cittadini che crescono più del PIL.

Garantire l’accesso alla medicina contraccettiva non si limita a tutelare i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, ma incide sulle principali cause di disuguaglianza, instabilità, conflitto mondiale, senza considerare che la sovrappopolazione rappresenta una delle cause delle migrazioni.

Di fronte ai dati sul cambiamento climatico forniti dalle Nazioni Unite, non si può continuare ad ignorare che i fattori che più hanno contribuito all’aumento esponenziale delle emissioni inquinanti negli ultimi decenni siano stati proprio la crescita della popolazione globale e delle emissioni pro-capite.

La riduzione del tasso di fertilità va quindi a incidere anche sull’impronta ecologica e sulla biocapacità dell’ecosistema, ovvero la capacità di rigenerazione delle risorse naturali del pianeta. Dal 1970 ad oggi il fabbisogno umano di risorse naturali eccede la capacità rigenerativa della Terra: siamo tutti chiamati a una scelta.

+Europa deve diventare protagonista di questa battaglia epocale, non solo inserendola nella propria agenda ma ponendosi come catalizzatore dell’azione politica in chiave transnazionale.

Insieme agli scienziati ospiti della conferenza internazionale “Bomba demografica e politiche contraccettive nei Paesi a limitate risorse”, durante il Congresso dell’Associazione Luca Coscioni 2018, abbiamo iniziato una call to action rivolta ai leader politici mondiali con la richiesta di produrre leggi sul controllo demografico che favoriscano la pianificazione familiare volontaria. Gli stessi obiettivi politici sono stati portati al Congresso ALDE di Madrid attraverso la mozione Overpopulation and family planning: setting a new agenda approvata con il 90% dei voti.

Le prossime settimane ci vedranno protagonisti di un percorso congressuale che ci porterà al rilancio di +Europa come partito politico e all’avvio della campagna elettorale in vista delle elezioni politiche europee: il momento storico è cruciale, non facciamoci trovare impreparati.

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