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Grecia, la vergogna del muro contro i migranti afghani

di Yuri Guaiana

 

Questo è un muro lungo 40 km installato a tempo record dalla #Grecia al confine con la #Turchia, per paura di un'ondata di migranti dall'#Afghanistan.

I muri erano già tornati ad alzarsi in Europa nel 2016 durante la crisi europea di fronte all’ondata migratoria del 2015: in Ungheria, in Macedonia, in Germania, a Monaco di Baviera, e, soprattutto, il ‘Great Wall‘, il grande muro, di Calais, voluto dal governo di Londra per impedire ai migranti di passare dalla Francia alla Gran Bretagna.

Ma questo muro per far sì che "i nostri confini rimangano invalicabili", come ha affermato il Ministro della Sicurezza interna greco Michaelis Chrysochoidis dopo che la Turchia ha invitato i Paesi europei ad assumersi la responsabilità degli immigrati afghani, è il più vergognoso di tutti.

È il simbolo plastico e imperituro della débâcle occidentale di Kabul, una débâcle militare, etica e culturale che dobbiamo saper riparare con più Europa.

È vitale che l’Europa si prenda le sue responsabilità non solo accogliendo i rifugiati afghani, che noi stessi abbiamo contribuito a creare, in maniera unitaria, senza scaricarne i costi e le responsabilità solo sui paesi europei confinanti con la Turchia. Ma è ancora più vitale che l’Europa si assuma unitariamente le proprie responsabilità di politica estera e militare. Gli Stati Uniti non possono più essere lasciati soli e l’Europa deve assumere il ruolo che gli spetta anche per avere la forza di correggere gli errori degli USA.

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