Valerio Federico
Un regime pensionistico e di ammortizzatori sociali comune nella UE si può e si deve perseguire solo con obiettivi rigorosi di produttività da garantire, pena la perdita dei benefici che ognuno ha con un mercato comune e con economie integrate.
Noi italiani lavoriamo meno anni e quando lavoriamo produciamo meno. Spendiamo più di chiunque in pensioni e meno di chiunque in produttività. Cresciamo meno e accumuliamo debito a danno di chi la pensione rischia di non averla, ma pretendiamo i benefici di un mercato comune e di economie integrate e una condivisione dei rischi e del debito. Viviamo la UE come il problema e poi, in crisi, chiediamo più Europa.
Come si può non capire Rutte, il premier olandese, che chiede a Conte, 1 e 2, di rinunciare a quota 100?
Gli italiani per ottenere una pensione lavorano mediamente 32 anni, gli olandesi di Rutte 40 anni.
Se uomini e donne, che vivono più a lungo, non restano anche in attività più a lungo perfino un Di Battista potrebbe intuire che qualcosa non va. In UE le persone di età superiore a 60 anni aumentano ogni anno di circa 2 milioni.
Dal febbraio 2019 con quota 100 in vigore le pensioni sono almeno 200 mila in più e dallo scorso maggio hanno superato gli occupati.
Considerando i dati fino allo scorso febbraio, pre-covid, le assunzioni sono calate, il dato sulle ore lavorate in Italia è stato mediamente il peggiore dal 2016. Dei 27 Paesi dell’Unione europea, a parte la Grecia, l’Italia è l’unico che ha avuto la produttività per ora lavorata nel terzo trimestre 2019 pari a quella che aveva nel terzo trimestre 2010, negli altri 25 Paesi questo dato chiave dell’economia nazionale è cresciuto mediamente di circa il 10%.
Quota 100 costerà 40 miliardi in 10 anni riducendo lo spazio per interventi straordinari utili, in questa fase di emergenza, per i moltissimi lavoratori che hanno minori introiti, mantenendo anche per il futuro quote di pensione retributiva per chi anticipa l’età di pensionamento.
Dovremmo andare in pensione a 67 anni ma ci andiamo prima di tutti: baby pensionati, quota 100 per i lavoratori privati, quota 100 per i dipendenti pubblici, opzione donna, l'anticipo pensionistico volontario APE aziendale, l'APE sociale, i lavori usuranti, i lavoratori precoci, i lavori gravosi, l'isopensione ... tutte opzioni per uscire in anticipo dal lavoro.
In Italia lavoriamo per ottenere una pensione 31,8 anni (paghiamo ancora 3 miliardi all'anno ai baby pensionati), in Francia 35,4, in Austria 37,5, in Germania 38,7 e nell'Olanda di Rutte lavorano mediamente 40,5 anni ... eppure spendiamo sempre più in misure assistenziali e investiamo meno in crescita, ma per fortuna c’è il capro espiatorio della UE e dei cattivi paesi del nord Europa, se no Conte 1 e Conte 2, tra loro e al Paese, cosa potrebbero raccontare?
È giusto si chieda a Rutte, a Kurz, agli altri di comprendere che un'integrazione politica ed economica a tutto tondo sarà un'opportunità per tutti i cittadini UE, anche per olandesi, svedesi e austriaci ma un minimo di umiltà nel riconoscere che anche i doveri dovranno essere patrimonio comune bisognerebbe averla.