di Giordano Masini
Fanno bene gli studenti di fisica della Sapienza ad applaudire il loro professore Giorgio Parisi, premiato ieri con il Nobel.
Chi invece partecipa quotidianamente al dibattito pubblico dovrebbe applaudirlo meno, invece, e ascoltarlo di più.
Si sarebbe dovuto ascoltare quando chiedeva, insieme a Ugo Amaldi e altri autorevolissimi scienziati, di raddoppiare i fondi alla ricerca di base per portarla ai livelli degli altri paesi europei, una campagna alla quale anche Più Europa ha dato il suo sostegno. Si potrebbe ascoltarlo oggi, quando ci ricorda l’urgenza dell’azione contro i cambiamenti climatici, alla conoscenza dei quali i suoi studi sui sistemi complessi hanno dato un contributo rilevante.
Si sarebbe dovuto ascoltare quando, già alla fine degli anni ‘80, prendeva coraggiosamente posizione a favore della legalizzazione delle droghe: più di trent’anni fa, e solo oggi gli italiani (forse) potranno avere l’opportunità di esprimersi sul tema.
Si sarebbe dovuto ascoltare da ultimo appena pochi mesi fa, quando da Presidente dell’Accademia dei Lincei ha chiesto invano che lo Stato si astenesse dal regolamentare e soprattutto dal finanziare con sussidi l’agricoltura biodinamica, basata su principi esoterici, stregoneschi e antiscientifici.
Ci sono state molte occasioni per ascoltarlo, e oggi applaudirlo come hanno fatto i suoi studenti, che lo ascoltano quotidianamente e quotidianamente esplorano con lui le leggi essenziali che governano la realtà.
Chi oggi lo applaude, senza averlo mai ascoltato, non merita nemmeno un 18 politico.