di Bruno Tabacci
“La vicenda Salvini-Savoini, al di là dei riscontri che la magistratura troverà o meno, è la spia del delirio di onnipotenza di cui è ormai vittima il leader della Lega. Salvini si è messo a fare il populista, ovvero quello che dà ragione a ogni suo interlocutore, sia con gli americani che con i russi, finendo col risultare un partner inaffidabile per gli uni e per gli altri.
Anche sui traffici di Savoini c’è poco da stupirsi purtroppo: la Lega è il porto sicuro di faccendieri e trafficoni. Dall’eolico di Arata ai diamanti di Belsito, dai crac di Credieuronord ai 49 milioni di finanziamenti pubblici fatti sparire, la storia del partito di Salvini dice già tutto. È l’Italia che non merita di essere accomunata con quella storia”.